Nord e Sud - anno V - n. 43 - giugno 1958

briche in quelle regioni nelle quali la popolazione agricola è in eccedenza >> ; e questo perchè, « fra gli altri vantaggi accessori, una politica del genere attenuerebbe le difficoltà di alloggio che sovente ostacolano la mobilità della manodopera >>. Alla stregua di queste considerazione dell'O.E.C.E., non si può non concordare con le conclusioni del Prof. Saraceno, il quale, affermata la ne- . cessità di richiamare sul Mezzogiorno, attraverso adeguati incentivi, l'attenzione « di operatori di altri Paesi del MEC che dispongono di forti possibilità di espansione, ma di limitate risorse di manodopera>>, aggiunge: « Se una direttiva di tal genere sarà coronata da successo,il Mercato Comune potrà diventare un fattore di grande rilievo per la soluzione del problema meridionale >>. Sarà appena il'caso che io qui ricordi che il Trattato istitutivo del Mercato Comune prevede istituti specifici, che potranno essere di indubbia utilità al Mezzogiorno. Si pensi alla Banca degli Investimenti, che può efficacemente concorrere ed orientare verso il Mezzogiorno quegli operatori degli altri Paesi ~el MEC che dispongono di forti possibilità di espansione; si pensi al Fondo Europeo per la manodopera, che potrà permettere effetti favorevoli, in quanto determinerà una intensificazione e stabilizzazione delle correnti migratorie con alleggerimento della pressione esercitata all'interno dall'offerta di lavoro. Mettendo insieme i molteplici elementi di questo ragionamento economico, si dà così la dimostrazione della compatibilità, anzi della inscindibilità tra integrazione europea ed industrializzazione del Mezzogiorno; si conclude, cioè, che per il Mezzogiorno deve costituire un vantaggio l'essersi trasformato da Mezzogiorno d'Italia in Mezzogiorno d'Europa. A questo punto, potrei considerare svolte le considerazioni che avevo in mente di farvi, ma vorrei che mi consentiste ancora una conclusione. Il Mezzogiorno è l'unica zona depressa della piccola Europa; ma è una zona depressa nell'ambito di una civiltà nazionale che ha tutti i caratteri di una civiltà occidentale. Ha osservato una volta l'amico - e vostro concittadino - Ugo La Malfa che noi possiamo parlare dell'India o dell'Egitto come aree depresse e della Sicilia e dell'Abruzzo come aree depresse. Ma l'India e l'Egitto sono civiltà fuori della tradizione occidentale, mentre il Mezzogiorno si trova nella condizione singolare di partecipare - e di aver partecipato ~ al moto civile e culturale dell'Europa occiden- [5,5] Bibloteca Gino Bianco

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