sollevamento del Mezzogiorno sono complementari ed anzi ~eciprocamente condizionati e non alternativi. · La mia, insomma, non è soltanto una professione di fede, ma anche un maturato convincimento, che ha per base un ragionamento economico. In sostanza, il documento fondamentale della politica economica italiana di questi ultimi anni è il Piano Vanoni, o - come si dice ormai con linguaggio tecnico - lo Schema di Sviluppo. Il Piano si propone di affrontare e risolvere i due problemi di fondo dell'economia nazionale, che sono peraltro strettamente connessi tra loro : la disoccupazione ed il Mezzogiorno. Pieno impiego e riequilibrio tra le varie regioni d'Italia sono gli obiettivi che lo Schema considera raggiungibili attraverso un adeguato processo di sviluppo dell'economia ed un opportuno orientamento degli investimenti nel corso di un periodo valutato in dieci anni. Il problema che oggi bisogna porsi è se lo Schema sia o non sia compatibile con le nuove esigenze poste dalla creazione della Comunità Europea. Mi pare che la risposta debba essere chiaraménte affermativa; ritengo, cioè, come ho appena accennato, che Schema di Sviluppo ed integrazione europea sono non solo compatibili, ma inscindibili. Peccherei, d'altra parte, di presunzione, se dessi l'impressione di porre un pro.blema nuovo o di dare una risposta originale. I più autorevoli esponenti meridionalisti hanno già affrontato il problema ed hanno cercato di dare una risposta. Economisti, pubblicisti, uomini politici mostrano una notevole concordia nell'impostazione del pro_blema.Voglio dire, insomma, che mi sento in buona compagnia, mentre mi accingo ad esporvi la mia opinione sulla convergenza degli interessi tra lo sviluppo del Mezzogiorno e l'integrazione economica europea. È stata avanzata la tesi che, in. conseguenza del mercato comune, l'esigenza economica che avrà diritto di priorità in Italia è l'ulteriore razio· 11alizzazione dell'industria, i11modo da consentirle di reggere alla concorrenza straniera. Più che all'aumento dell'occupazione nelle zone depresse, quindi,. gli investimenti industriali dovr~bbero essere indirizzati prevalentemente alla riduzione dei costi ed essere quindi diretti nelle regioni sviluppate, vale a dire nelle regioni del Nord, e soprattutto del triangòlo industriale, dove è concentrato il fulcro delle aziende da modernizzare. Investimenti del genere dovrebbero garantire "una maggiore intensità di capitali piuttosto che una maggiore diffusione dell'occupazione. Come si vede, se [53] Bibloteca Gino Bianco
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