I grande area economica unificata come l'Europa dei Paesi della C.E.<?.A. può accadere che il decentramento del sistema produttivo, lo sviluppo di impianti siderurgici in zone periferiche, per utilizzare minerale di ferro e carbone importati, ,risulti il più sano ed economico criterio di produzione. La vecchia querelle sulla siderurgia tra protezionisti e libero-scambisti viene quindi radicalmente trasformata dalla creazione del mercato comune curopeo. A c1uestopunto mi si potrebbe obiettare che, sebbene indubbiamente la creazione d1 un grande mercato tenda a migliorare le condizioni economiche di tutti i settori, incluso quindi anche il Mezzogiorno, tuttavia non c'è 1:essuna garanzia che i fatti discendano logicamente e necessariamente · da questi principi, e che si potrebbe avere invece nella realtà un'evoluzione antimeridionalistica della politica delle nuov~ istituzioni europee. Mi sembrerebbe di venir meno all'impegno che ho preso moralmente con voi, l'imp~gno cioè di approfondire i problemi e di non limitarmi alle genericità ed ai principi, se non cercassi di dare una risposta alla vostra le- . gittima preoccupazione. Consentitemi, però, di premettere che le considerazioni, che seguono, esprimono esclusivamente il mio punto di vista per- , sanale, e non impegnano quindi in nessun modo né l'Alta Autorità, né le altre Istituzioni europee. A mio avviso, è perfettamente vero che dalla creazione del mercato comune non deriva automaticamente un miglioramento della situazione economica del Mezzogiorno. Non c'è nessun automatismo delle forze economiche che giustifichi un tale giudizio. È, semmai, vero il contrario, e cioè è vero che le forze economiche, abbandonate a sé stesse, tenderebbero ad aggravare lo squilibrio esistente tra zone ricche e zone povere, zone inàustrializzate e moderne e zone agricole depresse. Quando ho detto in principio che il Mezzogiorno deve essere non più il Mezzogiorno d'Italia, ma il Mezzogiorno d'Europa, volevo appunto sottolineare la necessità che le classi dirigenti europee sentano la responsabilità di affrontare e risolvere la questone meridionale. E come nell'immediato dopoguerra la. classe dirigente democratica italiana ha capito che la rinascita economica del Mezzogiorno è indispensabile all'equilibrio politico-sociale ed alla tonificazione dell'economia di tutto il Paese, così ora, a mio avviso, le istituzioni europee devono perseguire il principio che la creazione del mercato comune ed il [52] Bibloteca Gino Bianco
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