lavoro che grava sulla nostra_realtà economica e sociale, paralizzandone lo sviluppo. Sono dunque mestieri umili quelli che gli italiani vanno penosa- .mente ad esercitare oltre le Alpi. Ma noi non possiamo lamentarci di questo e al tem·po stes1solamentarci che i paesi d'immigrazione pretendono di aprire le frontiere soltanto a contingenti di manodopera alta·mente qualificata. Non possiamo protestare per il fatto che la nostra emigrazione rappresenta la fanteria del lavoro quand10 sa,ppiamo a quale destino di disoccupazione e di miseria sfuggono coloro che si recano oltreconfine ad esercitare mestieri umili; quando sappiamo qt1ali maggiori possibilità di lavoro si apr,ono anche per quelli che restano, tutte le volte che rilevanti partenze di manovali e di braccianti consentono una relativa decongestione del tessuto demografico di questa o quella provincia e quindi danno luogo a '_Unapossibilità di sviluppo nel senso di una maggiore produttività; quando sappiamo che il manovale disoccupato che esercita un umile mestiere non è per il nostro ap·parato produttivo una perdita, come lo sarebbe l'operaio specializzato che emigrasse per esercitare un mestiere meno umile; quando sappiamo insomma che la fanteria del lavoro esuberante frena il nostro processo di industrializzazione, al quale però sono indispensabili i quadri specializzati, e che pertanto della pri,ma giova a noi provocare l'emigrazione, mentre dei secondi dobbiamo provocare la formazione, per poterne dis·porre in patria, più numerosi e più bravi. Del resto, non sono mai mancati nell'emigrazione italiana· coloro ·che, partiti per esercitare mestieri umili, sono poi saliti ~ grazie a una qualificazione e a ·una selezione che si sono rese possi,bili solo al di là dei confini - a qualifiche sociali e prof essioriali più alte. Il numero di costoro potrebbeessere assai più rilevante se migliorassimo il nostro sistema di pubblica istruzione, in modo da impartire a tutta la forza di lavoro, emigrante e non, almeno l'i11segnamento di base. Perché, la s1 cala della qualificazione resta preclusa a chi non è stato aiutato a salire il primo, indispensabile gradino: l'alfabeto. E questa è un'altra delle conclusioni che si sono lette nel rapporto degli esperti dell'OE·CE: << occorrerebb,e in particolare che il livello generale dello insegnamento, e sopratutto dell'insegnamento primario, migliori nell'Europa meridionale, zona in cui esso deve costituire la ibase dello sviluppo economico>>. Da tutte queste considerazioni deriva quindi la necessità di una poli- [34] Bibloteca Gino Bianco
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