Nord e Sud - anno V - n. 43 - giugno 1958

di quella, magari più insistente e appariscente, che concerne la manodopera altamente qualificata. Infatti, la richiesta europea di ·qua·dri operai specializzati è rilevante solo da un punto di vista qualitativo, non incide sul problema italiano che è quantitativo, può essere soddisfatta dai paesi di piena occupazione mediante adeguate selezioni sui rispettivi mercati nazionali del lavoro, senza ricorrere, cioè, all'immigrazione di manodopera su•pplementare. Del resto, è stato dimostrato (vedi •più avanti l'inchiesta della CECA sulla ·mobilità del lavoro) che gli elementi altamente q,ualificati sono quelli meno disposti ad emigrare e quelli che più rapidamente trovano lavoro in patria, s,pecialmente se qui è in corso una :politica di sviluppo economico. Che l'Europa richieda oggi all'Italia una manodopera ordinaria risulta ora chiaramente anche dal rapporto dell'OECE che ha dato lo spunto a questa parte della nostra rassegna dei problemi posti dal rapporto fra lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia e l'attuazione del Mercato Comune in Europa. Si legge infatti in quel rapporito che << i fab1 bisogni di minatori saranno senza du,bbio particolarmente pressanti»; e che << l'industria edilizia incontrerà pure probabilmente grandi difficoltà nel reclutare i propri addetti, poiché la domanda d'investimenti si concentrerà per buona parte nelle costruzioni ». Lo stesso può dirsi per i salariati agricoli: sia pure lenta,mente, va crescendo, per esem·pio, la nostra emigrazione contadina per la Germania» (17 ). Il fatto è che man mano progredis1 ce il tenore di vita dei paesi di piena occupazione e al tempo stesso gli uomini abbandonano le occupazioni più faticose, che sono anche per lo •più quelle che richiedono un grado minore di qualificazione. L'Eur.opa di oggi deve quindi ricorrere all'Italia per colmare i viuoti di manodopera che si manifestano in questi settori delle occupazioni più faticose; i minatori e i muratori di cui parlava il rapporto dell'OECE devono essere reclutati in Italia dalla Francia e dal Belgio che ne hanno bisogno; i ·braccianti ·per certi lavori agricoli abbandonati dai contadini tedeschi che si sono inurbati non possono essere chiamati che dalle campagne italiane. E tutti costoro non sono lavoratori che richiedano un'alta e costosa qualificazione1 non rappresentanò energie di cui il nostro paese si troverebbe poi spogliato e depauperato, ina appartengono proprio a quel potènziale in·utilizzato della forza di ( 17 ) Cfr. << La Stampa » del 30 aprile 1958. (33] Bibloteca Gino Bianco

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