Nord e Sud - anno V - n. 43 - giugno 1958

quadro generale di una situazione europea che dovrebbe corrispondere alle ·previsioni formulate dal rapporto dell'OECE di cui si diceva, Europe 1960, sem·pre che le conseguenze della recessione americana non a·bbiano a creare una sitt1azione assai diver,sa, di arretramento dalla raggiunta piena occupazione, e sempre che la congiuntura non ab·bia a modificarsi radicalmente per cause imprevedibili. In base alle previsioni formulate dal rapporto dell'OECE, che è della primavera del 1957, l'a,umento netto della manodopera disponibile sarà nel prossimo futuro asisai minore di quello avutosi nel prossimo passato (5 milioni di unità fino al 1960 per i 18 paesi dell'OECE, rispetto ai 9 milioni del 1 periodo 1951-'56; per l'area più circoscritta dei 6 paesi della CECA e del MEC, tenuto conto del loro livello di industrializzazione, è da ritenersi che la differenza fra prossimo futuro e prossimo passato sarà per l'a11mento ~etto della manodopera disponi1 bile anche ·più significativa che per l'intera area dell'OECE). È vero che, secondo alcuni, l'aumento· della produttività per ogn.i unità lavorativa potrebbe essere tale da com-- pensare il minore aumento netto della manod.opera disponi,bile. Ma è anche vero che secondo altri, che ci sembra siano nel giusto, sarà l'aumento della produttività ad essere compensato dalle tendenze in atto per la riduzione della settimana lavorativa e per un maggior numero di giorni di congedo. E quindi, secondo la diagnosi degli esperti dell'OECE, il problema centrale della economia europea nel prossimo futuro, se essa vuole conservare un adeguato ritmo di espansione, e non vederlo rallentato· rispetto a quello degli anni trascorsi, è appunto quello della manodopera disponibile. La diagnosi dell'OECE riguarda direttamente le possibilità di una più rapida industrializzazione dell'Italia meridionale, grazie a quella corrente· di capitali europei che le infrastrutture, gli incentivi, gli strumenti di canalizzazione predisposti da una adeguata politica economi,ca italiana, e la progressiva attuazione del Mercato Comune, dovrebbero avviare, inco- . raggiare, eccitare. Infatti, si leggeva testualmente nel rapporto dell'OECE che bisogna « favorire l'impianto di nuove fabbriche nelle regioni in cui la popolazione agricola è in eccedenza, perché, fra gli altri vantaggi accessori, una politica del genere attenuerebbe le difficoltà di alloggio che sovente ostacolano la mobilità della manodopera ». È la possibilità delle . nozze fra capitali europei e manodopera meridionale da celebrarsi nei distretti industrializzabili del Mezzogiorno. Ma c'è anche l'altra possibilità, [30] Bibloteca Gino Bianco •

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