Nord e Sud - anno V - n. 43 - giugno 1958

nente aggiuntiva al flusso dei capitali nazionali, deve indirizzarsi integ·ralmente o quasi verso le regioni meridionali ed insulari » (7 ). Abbiamo detto, però, che, sulla ·base dei dati più recenti~ il flusso di investimenti esteri in Italia è tuttora debole e lento, malgrado la nuova iegislazione, « che ha concesso agevolazioni fra le più lìberali di quelle oggi esistenti nei vari paesi» (legge del 7 febibraio 1956 n. 43 e D. P. del 6 luglio 1956 n. 758). In particolare, per gli investimenti in imprese produttive, nuove o già esistenti, grazie alla nuova legislazione << non occorrono preventive autorizzazioni ad investire, mentre i dividendi, gli utili e gli eventuali realizzi ·possono essere esportati senza alcuna limitazione, nè di tem1 po, nè di importo>>. E sono proprio q,uesti gli investimenti che, ris·petto agli investimenti di portafoglio, hanno costituito in ·passato la . parte di gran lunga minore degli investimenti esteri in Italia (am·montanti complessivamente a poco meno di 160 miliardi in 8 anni), e che ora dovreb.ber,oass1 umere un ruolo fo11damentale ai fini dell'industrializzazione. Comunque, a chi consulta i dati quantitativi e qualitativi che si riferiscono agli investimenti esteri produttivi nel Mezzogiorno secondo la nuova legislazione del 1956, saltano subito agli occhi tre considerazioni: 1) per quanto riguarda la localizzazione geografica, dei 33 miliarrli che al 9 novembre 1957 (dopo circa 15 mesi, -cioè, di applicazione della nuova legislazion·e) rappresentavano il totale degli investimenti diretti di capitale estero in Italia, soltanto 12 miliardi circa, pari al 36,2 % risultano destinati al Mezzogiorno; 2) per quanto riguarda i settori economiici, quasi il 60 % degli investimenti globali (19 miliardi, sui detti 33) risulta concentrato nel settore petr.olifero, con circa 10,8 miliardi 1per ricerche e sfruttamenti nel Mezzogiorno, di guisa che, dei 12 miliardi di investim·enti esteri diretti cl1e si sono localizzati nel Sud, ,soltanto poco più di 1 miliardo è stato investito nelle industrie manufatturiere; 3) per ·quanto riguar 1 da infine la provenienza dei capitali esteri, risultano in grande 1prevalenza i ca·pitali americani (25 americani, sui 33 complessivi), seguiti a distanza dai capitali svizzeri (meno di 3 miliardi), il che vuol dire che sono quasi assenti i capitali dei paesi del Mercato Comune (8 ). ( 7 ) GANDOLFO DoMINicr: Capitali: esteri e industrializzazione, << Notiziario IRFIS », Palermo, dicembre 1957. ( 8 ) Gli investimenti esteri produttivi nel Mezzogiorno secondo la nuova legge del 1956, << Infor1nazioni Svimez », n. 5 - 6, gennaio - febbraio 1958, pag. 106 e sgg. [24] Bibloteca Gino Bianco

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