lutamente e definitivamente la questione dei costi di distrib,uzione dei prodotti ortofrutticoli. Se tali costi si riducessero a proporzioni meno vergognose di quelle attuali il mercato interno diventerebbe assai più ricettivo per i prodotti tipici del Mezzogiorno; al tempo stesso che il mercato europeo, diventan·do ·progressiva1 mente comune, consentirebbe una maggiore diffusione di tali prodotti nelle città transalpine, sempre che il raggiungimento tempestivo dei consu·matori venisse adeguatamente facilitato da un miglioramento della rete ferro viaria e stradale (in modo d.a << accorciare l'Italia»), dalla creazione di impianti per la lavorazione e tipizzazione dei prodotti, dalla costruzione di -centrali ortofrutticole capaci di regolare l'afflusso dei 1 proclotti sui mercati e di rendere utilizzabili, con la conservazione, le «code>> delle produzioni orticole che potrebbero trovare economico smaltimento; sempre che, naturalmente, la politica tariffaria della amministrazione ferroviaria non contraddica, come recentemente è avvenuto (e sembra· che non basti, se è vero che si richiedono ulteriori aumentì di tariffe), al1 la esigenza .di agevolare le esportazioni ortofrutticole del Mezz,ogiorno (3 ). L'espansione delle culture ortofrutticole è dunque p-ossibile, grazie al mercato interno e grazie al Mercato Comune Europeo. Se si agisce nel sen·so di assicurare, nei modi che si sono detti, maggiori collocamenti di più numerosi prodotti su questi mercati, non sembrerà infondato !'indi-- rizzo di politica agraria recentemente suggerito da un responsabile dirigente di un Ente di riforma: << ••• attraverso gli Ispettorati dell'agricoltura, la Cassa per il l\1ezzogiorno,_ gli Enti di riforma ed i Co11sorzi di Bonifica, favorire la trasformazione di tutte quelle terre che manifestano un elevato grado di suscettività verso. quelle colture i oui prodotti sono destinati alle popolaziqni del Nord Europa. Si può considerare pari ad ~n mi,Iione di ettari la superficie che potrebbe essere sede di una agricoltura piu ricca; e di essa oltre 300 mila ettari potrebbero avvantaggiarsi ad,dirittura della irrigazione » (4). ( 3 ) Secondo i dati recentemente resi noti dall'Associazione nazionale degli ope· ratori di prodotti ortofrutticoli, giài nel 1957 << l'Italia ha esportato per 186 miliardi di lire di prodotti ortofrutticoli, contro i 127 miliardi del 1954 e i 144 previsti dal Piano Vanoni per lo stesso anno 1957 » ( cfr. << Il Popolo » del 7 maggio). ( 4 ) DEc10 ScARDAèc10NE: L'agricoltura italiana e la nuova realtà europea, in « Civiltà degli Scambi », n. 19, marzo 1958, pag. 9 e sgg. [18] Bibloteca Gino Bianco
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