Certo, se la «recessione>>dovesse propagarsi ed aggravarsi, l'avvio de] Mercato Comune sarebbe tutt'altro che facile. Ma, allo stato, è più che lecito augurarsi che la « recessione>>non dia luogo a ~na << crisi » ; che possano essere rovesciate le sue tendenze; che gli strumenti di cui g1i stati moderni disp.ongono, per valutare i fenomeni economici e per intervenite sulle loro cause, possano essere saggiamente adoperati; tanto più che certamente nessuno, nemmeno tra i più ottimisti consiglieri di Eisenhower, pensa di trovare le soluzioni ai problemi posti dalla «recessione» nel1' ambito del li,berismo esaltato e invocato nei comizi di Malagodi e negli articoli di Sturzo e Missiroli. Sembra lecito augurarsi insomma che l'Europa del 1960 non sia gran che diversa da quella che si delineava in base alle previsioni di un noto rapporto dell'OECE - intitolato appunto « Europe 1960» - dal quale dovremo prendere le mosse più avanti per esaminare i problemi che derivano da talune prospettive ·meridionaliste dell'integrazione europea e da talune prospettive europeiste della questione meridionale. Non si negherà, d'altra parte, che è altrettanto lecito ritenere, pessimisticamente, che quelle previsioni potrebbero essere sconv.olte. Ma in questo senso, forse, più della << .recessione>>americana, sono da temere i ,pericoli connessi alla situazione finanziaria e politica in cui sta precipitando la Francia. Quanto all'altro motivo dell'agitazione comunista contro il Mercato Comune, la « fuga dalle campagne>>, la « espulsione delle masse contadine», non si tratta certo delle conseguenze di una politica di questo o quel governo. Siamo in presenza, da qual·che anno, della manifestazione sempre più vistosa di un intenso e infrenabile fenomeno di esodo rurale, che è simile· a quello da tempo verificatosi in tutti i paesi sviluppati, ma che per l'Italia (41 % di popolazione attiva dedita all'agricoltura) si verifica tardivamente, specialmente per quanto riguarda le regioni del Sud (49 % di popolazione attiva dedita all'agricoltura, più del 70 % in talune province del « latifondo contadino», come Potenza e Ca·mpobasso).Mercato comune o non, l'es.odo rurale è in corso, e muove dalle campagne del · Sud, e non solo del Sud, per i -paesi transalpini, le città su:ba1pine,gli stessi distretti meridionali maggiormente suscettibili di sviluppo economico e sociale; è in corso e tende a crescere d'intensità. Il Mercato Comune potrà forse assicurare più ampi sbocchi .territoriali e professionali a questo trasferimento di popolazione dalle campagne alle città, dalla agricoltura alle attività secondarie e terziarie; la denuncia del trattato che istituisce il [15] Bibloteca Gino Bianco
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