Nord e Sud - anno V - n. 43 - giugno 1958

mente rurale; assenza di ciò che nell'Occidente, da molte generazioni, si è convenuto chiamare « spirito borghese>> (iniziativa individuale, amore del rischio e del nuovo, selfhelpi·smo) ;incomprensione e odio cieco per il mondo proletario : queste sono le << costanti )> che è dato rinvenire sfogliando buona parte dei giornali del Sud e delle Isole. Le minoranze << moderne )> qua e là esi,sten1:inegli schieram.enti politico-culturali, nonostante che si siano irrobustite negli ultimi anni e si siano sforzate di imporre la propria presenza all'ambiente, sono ancora poco meno che imbottigliate (specie nella provincia) da maggioranze misoneiste e immobiliste. La « grande. >> cultura alla quale il Mezzogiorno ha dato e dà un cospicuo apporto di uomini e di idee (quelli e queste sovente di apertura europea), è qualcosa di vantato, ma non di assimilato da parte della << media >> cultura, che è la cultura del ceto dirigente locale. Quet'ultimo, come socialmente par vivere in un clima preindustriale e preborghese, così mostra di non essere ancor stato t9ccato dalla rivoluzione romantica; o del romanticismo, al più> ha assorbito gli aspetti degenerativi,. come il nazionalismo di tono p·rovinciale. Ovviamente, per l'osmosi che si verifica di continuo tra la scuola e la << società colta», un rinnovamento effettuale della prima sarà arduo finchè la seconda permarrà statica; giacchè le istituzioni vivono in buona misura dello spirito che anima gli uomini di cui si servono per funzionare. Ma, · per converso, la formazione intellettuale e l'orientamento, nella fase iniziale, della << società colta >> sono (o dovrebbero essere) opera della scuola. Ciò contraddice sia la tesi che diremmo illuministica, che tutto si attende dell'efficacia della cultura, sia la tesi che, male rifacendosi a certe intuizioni del materialismo storico, attende deteministicamente dalla trasformazione delle strutture il rinnovamento intellettuale ed etico. Non basta certo eliminare l'analfa1 betismo strumentale perchè fiorisca una vita moderna nel Mezzogiorno (11 ); ma sarà pur arduo trasformare il bracciante in operaio ( 11 ) La « scarsa importanza della conoscenza elementare dello scrivere e del leggere come fattore del progresso civile di una popolazione » ha sostenuto Riccardo Musatti, che ne La via del Sud (Milano, Ed. Comunità, 1955) osserva: « L'emigrante italiano, ignaro non solo dell'idioma della nuova patria bensì della sua stessa lingua d'origine, posto a contatto con una civiltà culturalmente aperta e democraticamente ordinata, ha saputo compiere in breve termine passi da gigante, impadronendosi delle tecniche più progredite e ponendosi come elemento attivo nella nuova società» [126] ·Bibloteca Gino Bianco

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