dibili necessità di una politica di sviluppo, alla possibilità di un eventuale collocamento di tecnici st1lmercato internazionale del lavoro; vi saranno in compenso molti predestinati alla disoccupazione o alla sottoccu1 pazione intellettuale, in perenne ricerca di un impiego che soddisfi le loro ambizioni, e perennemente scontenti; vi sarà gran numero di fuori corso, e ,moltissimi abbandoni. Una simile Università è grave fonte di perturbamento sociale. È infatti nelle file degli scontenti e degli spostati che i mestatori troveranno sempre reclute speranzose e vogliose di totalitarismi << plebei >>J fascistoidi. Or dunque, qual'è la situazione dell'Università italiana a sud di Roma? Il numero degli studenti in corso di tutte le facoltà nel Sud e nelle Isole, nel 1954-55, era inferiore notevolmente a quel 37,22 % che vedemmo essere la ,percentuale della popolazione residente, nella medesima area, rispetto al totale nazionale: la percentuale degli studenti in corso era infatti soltanto , del .32,98 %.Il basso livello del reddito e la sua cattiva distribuzione sono certo la causa ·principale di questo dislivello: l'Università costa troppo per la stragrande maggioranza delle famiglie del Mezzogiorno. Leggermente superiore la percentuale dei fuon:corso, rispetto al totale nazionale dei fuoricorso, ma sempre inferiore alla percentuale della popolazione residente: 36,50%- Il che sfata la leggenda che corre a Nord, secondo cui nel Sud tutti' studi°ano, cioè vanno a caccia di una laurea: proporzionalmente (oltre che, come è ovvio, in cifra assoluta) il Centro-Nord vanta numero assai maggiore di studenti universitari. Ma se nel complesso delle facoltà il fenomeno dell'affluenza agli studi superiori è del tutto normale, non normale, se visto nel quadro dei bisogni della società italiana, è la ripartizione degli studenti tra le varie facoltà. La sproporzione che constatammo nelle scuole medie superiori, a favore dei ' licei classici in primo luogo, e poi negli Istituti magistrali, si ripresenta nella Università a favore della facoltà di giurisprudenza e, a distanza, della facoltà di lettere e filosofi.a. Di molto favore gode pure la facoltà di magistero; meno, nel complesso, le facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali: qui però occorre precisare che sono affollatissimi quei corsi di laurea che aprono la strada dell'insegnamento nelle scuole medie (a scienze naturali gli iscritti giungono al 52,83 % di tutta Italia). Le facoltà più propriamente scientifiche sono nettamente distanziate, con la sola eccezione della facoltà di agraria che anzi, in cifra percentuale, viene subito dopo giurisprudenza; ma ha una cifra assoluta modesta. Nella [122] Bibloteca Gino Bianco ..
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