7 giug110 1853, quando, per f erdinandesca clemenza, lo li,berarònc>,a condizione che si riducesse nella nativa Moliterno, strettamente sorvegliato dalla polizia come pericoloso attendibile. Ivi attese ai prediletti studi di archeologia e di toponomastica, senza dimettere il suo abito di, ora cauto, cos·piratore; e quando, nell'ago~to del 1860, ebbe inizio la rivoluzione lucana, il governo •provvisorio pro-dittatoriale lo chiamò a far parte della « Giunta Centrale», con l'incarico di ordinare l'amministrazione provinciale e comunale e gli affari demaniali. Successivamente fu nominato vice-governatore della provincia, carica che, assestatosi il normale funzionamento degli organi governativi) si mutò in quella di consigliere delegato della Prefettura di Potenza. Eletto deputato in due collegi, Tricarico e Ch.iaromonte, non fu convalidato, .perchè funzionario statale. Trasferito a Nap.oli nel 1863, per disaccordi con il prefetto D'Afflitto si dimise, e per la seconda volta si ritrasse nel paese nativo dove per un decennio, alieno da ogni altra attività, ~ttese alle sue maggiori opere storiche. Nel 1874 tornò ai pt1bblici uffizi: direttore generale della Statistica nel Ministero dell'Agricoltura; consigliere governativo e poi reggente del Ban·c0 di Napoli; nel 1896 consigliere di Stato; nel 1905 senatore del Regno. Profondamente rattristato per la perdita del diletto figlio Francesco, premortogli 11ello stesso anno 190S, si chiuse in se stess,o e si avviò serenamente alla morte, avvenuta il 21 marzo 1908., compiuto da ·poco gli 80 anni, l'anno prima, qt1asi a farsi ricordare dagli amici, e dedicandola a Giustino Fortunato, aveva pub·blicato una traduzione della Canzone alla campana di Schiller. « Si spense così - come scrisse il Lacava - una figura antica, nella quale non sai se debba onorare di più la modestia e la semplicità dei costumi, o la nobiltà e la rettitudine dell'animo, se più l'amore di Patria o l'adempimento del dovere». Al che an·dava aggiunto: « i pregi dello scrittore e l'altezza dello storico >>.• Singolari tem-peramenti di storici esprime, in ogni tempo, questo nostro Mezzogiorno, in esso compreso, ancorchè la prepotente Roma vada accaparrandoselo, il tuo Abruzzo. E a parte, 1beninteso,quegli storici di prima grandezza che si assidono trionfalmente nelle pagine della Storia della storiografia del nostro don Benedetto. ~a tipi di studiosi un po' provinciali, e pur non estranei alle correnti del pensiero europeo, di soda cultura classica a fondamento dçlla loro erudizione, e spesso su·pplend10la felice [97] Bibloteca Gino Bia-nco
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