Nord e Sud - anno V - n. 42 - maggio 1958

V ari sono gli scopi da cui gli amministratori sono mossi a chiedere la ripartizione del demanio. Si dà il cas.o, ad esempio, che, in zone dove gli Enti di Riforma sono largamente presenti, il gruppo politico che ha le redini del Comune voglia creare un contraltare, una clientela propria! col mezzo della quotizzazione; oppure che, in luoghi dove gli Enti non hanno ,operato, si voglia risolvere tutto il problema della terra sbriciolando quel che resta della proprietà comunale. Vari anche sono gli argomenti con cui gli an1ministratori giustificano e raccoma11dano la richiesta di trasformazione e divisione del demanio. Si sente dire: « sono boschi che 110n crescono più » o « sono pascoli che non rendono»; qt1asi che l'avere amministrato male boschi e pascoli, e averli resi improd11ttivi, costituisca ragione di merito e ne renda accetta... bile il dissodamento. Un altro espediente per forzare la mano degli uffici competenti e ottenere la trasformazione delle terre salde a seminativo, trae spunto dalle ' stremate finanze co,munali ', dalla necessità, cioè, di convertire la tassa di fida pascolo nei più consistenti ca11oni di utenza o d'enfiteusi del futuro seminativo. Questa necessità viene ad·d·otta anche in molte « Relazioni » di periti demaniali. Ma la giustificazione non regge per più ragioni. Nt1lla vieta, tranne la 'impopolarità', .o il desiderio di non di spiacere ai grossi allevatori.~di aumentare in maniera ragionevole la tassa di fida o di rivedere i contratti di fitto delle vecchie quotizzazioni, rivalu.. tando i canoni che, sovente) sono gli stessi di prima della guerra. Accade, dunque, che am1ninistrazioni decise a sanare il deficit del bilancio, da una parte lascino sussistere la vecchia tassa di fida e dall'altra chiedano la quotizzazione del pascolo per giustificare nuovi canoni. Come se le operazioni demaniali fossero operazioni finanziarie, vere e proprie conver sioni di titoli di rendita. L'altra piaga, ora accennata, sono i contratti di fitto delle vecchie quotizzazioni. I canoni, inadeguati in origine, sono oggi del tutto irrisori al punto che i quotisti i quali hanno altrove terra sufficiente o hanno smesso di fare i contadini, anche se non coltivano più la quota ne pagano le poche centinaia di lire di fitto e la serbano per gli eventuali anni di vacche magre. Il Comune potreb1 be riprendersi la quota, ma ciò di rado avviene; forse perchè il riordino dei vecchi contratti, oltre che da ragionj [75] Bibloteca Gino Bianco

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