Nord e Sud - anno V - n. 42 - maggio 1958

ebbero, o ebbero per poco, 1a terra. èosÌ « che un mezzo miliardo e pi~ è sparito nella voragine del 'deficit' finanziario; che i contadini stanno come prima e staranno peggio in avvenire». E se fu un errore economico - riferisce ancora il Sonnino - spogliare lo Stato, p•er farne dono ai privati, di ta11tàricchezza, << errore più grave, e quasi colpa, è stato l'aver fatto quell'alienazione in modi e in condizioni tali da portare piuttosto a un aggravamento delle attuali sproporzioni nella divisione delle terre>>. Per quanto attiene particolarmente la ripartizione della p,roprietà comunale, « l'unico risultato è quello di aver impo·verito il Comune e di aver arriccl1ito i ricchi coll'impoverire i poveri » (21 ). Ma il rancore di tante ingiustizie e di tante spoliazioni non poteva non dar luogo a un'aperta ribellione. Moti popolari e sommosse funestarono .or questa or quella contrada: « l'ultimo atto del dramma, terribile ne' suoi episodi e nei suoi effetti, che parvero spezzare ogni vincolo di civile comunanza, è la storia del brigantaggio, st1cceduto alla rivoluzione del ' ( 21 ) ib., p. 21 O ss. e p. 144. L'ultima frase riportata dal Sonnino è tra le conclusioni più citate giusta1nente famose della sua opera. Senonchè, come detto nella nota 19, ~i nega validità ai giudizi che i Fortunato, Franchetti, Sonnino, diedero sulle quotizzazioni, in quanto la dinamica fondiaria che scaturì dall'eversione della feudalità e dalla liquidazione della mano morta, cioè dalla ripartizione dei beni demaniali e dalla censuazione di quelli ecclesiastici, non consentiva, al tempo in cui essi studiarono i fenomeni, di cavarne leggi generali e di indurre conclusioni. Il loro, perciò, sarebbe stato un giudizio affrettato, successivamente ripreso e fatto proprio, senza passarlo al vaglio della realtà, da quanti discussero l'inesauribile tema della questione meridionale. C'è del vero in tutto questo, anche se è da notare che le quotizzazioni sprigionarono forze imprevedibili quali l'emigrazione e il flusso delle << rimesse », e che la decongestione delle campagne, gli sbalzi del mercato fondiario e della manodopera, e l'ossigenazione dei capitali affidati al vaglio, o importati dai contadini che tornarono, vivificarono in qualche zona l'opera della colonizzazione e della trasformazione fondiaria, sì da ingenerare la convinzione che quanto si compì dialetticamente avesse, in zone dove invece coesist•evano altri fattori, proceduto con moto lento, costante e generale. A parte, quindi, il fatto ohe i classici del m~ridionalismo giunsero alle conclusioni negative dette dalla conoscenza delle forze che agivano in quel tempo, rimane da considerare che il loro assunto non è quello di studiare il contributo dato dalle quotizzazioni alla formazione della piccola proprietà contadina, bensì l'altro, più generale, di denunciare il male arrecato dalle quotizzazioni all'economia del Mezzogiorno intero; il valore assoluto, cioè, di ,[64] Bibloteca Gino Bianco

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