' tutte le vendite e censuazioni eseg11ite di beni demaniali ed ecclesiastici >>, era sceso a 549.957 (20 ) (583.788 secondo altre fonti). Secondo il Sonnino testè citato, « i beni ecclesiastici caddero quasi esclusivamente) e con raris .. sime eccezioni, in mano dei proprietari agiati e per lo più dei grossi proprietari, e ciò specialmente in quelle regioni dove la 1p 1 roprietà era meno divisa, e dove quindi era più urgente che una tal divisione si facesse » Tutto ciò è accaduto perchè non si badò « nell'alienazione di quella enorme massa di beni, di farla in quelle condizioni e con quei modi per cui p.otesse migliorarsi lo stato economico e morale di una buona parte della popolazione rurale». Con la vendita affrettata si credette di sanare il bilancio dello Stato e di stabilire la pace nelle campagne; ma il risultato fu che, per la camorra nelle aste e per la mancanza di capitali, i contadini non sotto gli alberi, pretendo~o, cioè, che si formi sotto lo strato di proprietà polverizzata del soprassuolo, uno strato di proprietà molecolare del suolo. Oltre questi esempi di ordinamenti, che soio per beffa possono dirsi intensivi, la nostra personale esperienza è fatta di quote e rottami di quote (per frane o per essere stata la terra ottenuta dai padri divisa in quarti, ottavi, sedicesimi, trentaduesimi). In altro demanio quotizzato (a Guardia Perticara, in provincia di Potenza), non solo non si raggiunge, come a Noci, mezzo quintale di peso vivo per ettaro, oltre l'allevamento da bassa corte, ma i contadini non possiedono bestiame da reddito, siochè il pascolo nei boschi con1unali è fidato ai grossi allevatori e ai forestieri. Sebbene la nostra esperienza diretta, condotta su una ventina di demani della Basilicata e pochi altri della Calabria e della Sicilia, non ci consentirebbe altro che conclusioni negative, senza tuttavia volerle generalizzare e imporre come assolute, riteniamo miglior partito accogliere il giudizio del Ross1-D0RIA (1. c., p. 149) e p·roporlo come punto d'incontro delle opposte tesi: << Se, nella sostanza e per le grandi cifre, è vero il negativo giudizio che di quelle operazioni è stato dato; se è vero che per massicci territori, il loro effetto, lungi dall'essere la liquidazione o il frazionamento del latifondo, è stato all'opposto un suo ampliamento e consolidamento, è innegabile che trae origine da quelle operazioni, da un lato quella sia pur miserabile e precaria proprietà contadina delle zone ad agricoltura estensiva che coll'andar dei decenni non sempre è stata liquidata o ridotta, ma s'è anzi diffusa e ampliata ed ha migliorato, se pur di poco, la condizione dei contadini e la loro capacità di resistenza; dall'altro molta della piccola proprieta contadina delle zone a colture arboree specializzate che allora si sono allargate e da allora costituiscono una delle maggiori ricchezze del Mezzogiorno e delle Isole». ( 20 ) LEOPOLDOFRANCHETTIe SIDNEY SoNNINo, << La Sicilia», Firenze 1925= vol. II, p. 132. [63] Bibloteca Gino Bianco
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