da quotizzare, frane e burroni compresi, misurava all'incirca 100 ettari, pari a 250 tomoli del sistema di misure locale. A voler escludere la metà dei richiedenti si sareb'.bero potute ricavare, al più, 250 quote di un tomolo (40 are), insufficienti, dati i presumibili risultati produttivi, anche per un contadino senza famiglia che non avesse della terra altrove. L'assessore invece obiettava che quella terra era grassa e un tomolo avrebbe dato 6-7 quintali di grano, sufficienti per far campare un anno una famiglia intera. « Ma si può seminare grano tutti gli anni ? », gli si chiese. « Sissignori - fu l'incredibile risposta - noi per dieci anni metteremo grano finché la terra non si stanca un poco ». Cosa, oltre l'amore per il prossimo, spingesse quell'assessore a chiedere con tanta forza la quotizzazione di siffatto demanio, esamineremo meglio in seguito. Qui interessa ribadÌre, col Fortunato e con l'Einaudi, che « il possesso di un breve pezzo di terra, che è sempre dell'infima qualià, non cambia la condizione economica della classe dei contadini » e li costringe a sfruttare il fondo in modo << rapido e rabido >> sicché << la terra presto si esaurisce». Con l'esaurimento del bene strumentale si torna al punto di partenza e i contadini avanzano nuove richieste; si guarda ai boschi prima salvatisi, e qualcl1e incendio - spontaneo, si capisce - crea le premesse .per nuove concessioni. È questo un fenome110 generale cui dà luogo << l'alienation du domain puhlic », secondo il giudizio dello Ashby in t1no studio compiuto per la FAO (17 ): « la terre tend à etre gaspillée et mal entretenue car les exploitants pensent que si tout ne va pas bien, ils tro,uvero,it d'autres terres. La fertilité du sol finit par s'amoindtir et les forets sont abattue: sans ménagement; de plus elles ne so1it pas régénérées ou protégées contre l'incendie. La stabilité dti sol n'est plus considérée comme une chose utile>>. Per la verità, la cattiva agricoltura del contadino meridionale ha altre componenti, oltre la convinzione di poter contare sul ricambio dellr quote isterilite. Se le condizioni climatiche, però, la natura dei terreni, la mancanza di capitali, una famiglia numerosa da sfan1are, assolvono chi fa cattivo uso della terra, condannano chi la distribuisce senza garantirne un uso migliore. E nella montagna meridionale, siccitosa e argillosa, fondi di poche are non consentono uso migliore del 'grano e ringrano'. La pie- ( 17 ) ANDEW ,v, As11sv, « Terres Domaniales »~ Ron1a 1956, p. 21. [59] Bibloteca Gino Bianco
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