montagna, e prima che il disordine idraulico non lo travolga del tutto. Occorre, in definitiva, rimuovere quegli ostacoli dovuti alla struttura del latifondo comunale e alle sue vicissitudini, non casuali e autonome, ma interne alla storia del Mezzogiorno, degli ultimi 150 anni. II - LA QUESTIONE DEMANIALE. La questione ·dei demani comunali nasce da complesse vicende storico-giuridiche e, maligrado il contri1 buto di studi e di ricerche che ne ha accompagnato da sempre lo svilu·ppo, appare come un nodo intricato che, dall'editto bor:bonico del 1792 alla legge fascista del 1927, diecine di rescritti leggi e decreti non hanno saputo sciogliere. L'abbonda11za di leggi, se testimonia della complessità delle questioni da dirimere_, denota anche, come le 'grida' manzoniane, la vanità degli sforzi compiuti dai legislatori per approdare a soluzioni eque e definitive. Poichè le leggi, se buo11e,non si applicavano, se incerte, si interpretavano secondo che faceva comodo, se farraginose, si esaurivano nei meandri della proced~1ra, la << gran lite demaniale>>, come la chiamò il Fortu11ato, si è protratta tra << re e galantuomini>>, baroni borghesi e contadini, statisti storici e giuristi, sino ai nostri giorni. La questione demaniale, però, che nelle mani dei Borboni fu addirit-- tura << strumento di governo» e che lo Stato unitario affrontò, come vedremo~ -con mezzi inidonei, ha perduto ormai il carattere di « fuoco che cova l'incendio». Smesso il flusso di terra dai Comuni ai proprietari attraverso i contadi11io no, con la complicità delle leggi o abusivamente, è cessato anche il clima da gt1erra civile. Gravi problemi rimangono ins,olt1ti ma gli aspetti insurrezionali si sono ridotti a incruente 'occupazioni' dei demani, organizzate talora per protesta contro la disoccupazione bracciantile e per chiedere il limite della proprietà a 50 ettari. Oltre che meno aspro il fenomeno è meno diffuso che nel secolo scorso. In mezzo a discussioni e contestazioni, infatti, e se ne è accennato, sotto la spinta delle parti in causa, e in esecuzione delle numerose leggi, i demani comunali sono stati dilapidati e si è assottigliato, quindi, l'oggetto del contrasto. ~ Dall'eversione della feudalità all'unificazione, vale a dire dal 1806 al 1860, « il numero delle operazioni delle divisioni in massa e degli scioglimenti di promiscuità ascese a 1966per una estensione di ettari 600.000; quello delle quotizzazioni fu di 116.264 per una estensione di ettari 205 (50] .. Bibloteca Gino Bianco
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