INCHIESTE • II latifondo comunale I - UN PATRIMONIO IN ROVINA. - I Comuni del Mezzogiorno posseggono quasi due milioni di ettari di terreni dei quali il 52% circa è a pascolo e il 39% a 1 bosco (~).E' una massa di beni che va esaurendosi e che deve alla sua iniziale consistenza se, malgrado la secolare cattiva amministrazione, l'urto dei baroni e l'assedio di generazioni di contadini, è per- • • venuta sino a noi. La .proprietà comunale è economicamente immobile. Viene goduta in forme che rasentano la rapina e nulla di qua11toè tolto vi si vuole restituire per opere, non pretendiamo di miglioramento, ma di manutenzione, di conservazione almeno. Così l'unica dina1nica cui essa sembra soggetta è di andare lentamente in rovina. Le civiche amministrazioni vi attingono senza risparmio per sanare il bilancio o migliorare l'abitato e per motivi minori, ,poco .badano alle nec_essitàdelle amministrazioni che verranno; i cittadini, quando vi sono ammessi, ch'è il caso delle terre demaniali sog-- ( 1 ) La consistenza dei beni comunali è stata desunta da: I.N.E.A., << La distribuzione della proprietà fondiaria in Italia», Relazione generale a cura di Giuseppe Medici, Roma 1956, vol. I pp. 245 e 265, che reca separatamente i dati relativi al patri1nonio dei Con1uni (ettari 1.101.487) e quelli riguardanti i demani comunali, ossia i terreni di uso civico in possesso dei Comuni (ettari 773.040). Per la distribuzione della proprietà comunale in qualità di colture ci siamo serviti di: MINISTERO DELL'EcoNOMIANAZIONAL1':, << Relazione sulla Azienda de] Demanio Forestale di Stato (1 ° luglio 1914-30 giugno 1924) », Roma 1927, pp. 99 ss., i cui dati, sebbene ,vecchi, consentono di stabilire, con buona approssimazione, . . [46] BiblotecaGino Bianco
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