Nord e Sud - anno V - n. 42 - maggio 1958

liberali, nè dei democratici, bensì con quelli dei comunisti. Il che è dimostrato dai fatti, che sono i seguenti: egli si presentò come candidato al senato in due Collegi della città di Napoli, il 3° Collegio di Chiaia e il 2°. Nel 3° Collegio egli ebbe 16613 voti, (senza tuttavia risultare eletto) e nel 2° soltanto 1880. Come si spiega uno scarto così forte? E' presto detto: nel Collegio n. 3 i c~munisti non avevano presentato il proprio candidato ed evidentemente non avevano preso questa decisione per avvantaggiare i democristiani o i liberali o i socialdemocratici. La mancata presentazione del candidato comunista al 3° Collegio significava una sola cosa e cioè che il Partito Comunista aveva ordinato ai suoi elettori di votare Corbino. La controprova è data proprio dai poco meno che duemila voti riportati dal Nostro nel Col1legio n. 2, o:ve il candidato comunista era presente. E' dunque provato all'evidenza il ruolo singolare che l'ex impiccato in effige si assunse, sia pure senza successo, nei confronti dei suoi ex simbolici boia. Ma a questo punto sorge legittima una domanda. Supponendo che, fatti tutti i suoi calcoli, il prof. Corbino abbia deciso stavolta di battere altra e più comoda strada per agguanta,re finalmente quel seggio di senatore che, come Machiavelli diceva dei suoi studi, solum sembra essere suo, come e perchè la Democrazia Cri&tiana ha con tanta rapidità e disinvoltura proceduto alla sua annessione? Come mai un partito che non fa che proclamare la sua assoluta intransigenza nei confronti dei comunisti, non va tanto per il sottile quando si tratta di procedere all'inclusione nelle proprie liste di un candidato su cui nelle precedenti elezioni i comunisti fecero, come si è visto, coµvergere « a valanga>> i loro voti e che dunque essi consideravano, bene o male, degno della loro discutibile fiducia? Perchè la DC lo ha fatto? E, supposto che non lo abbia fatto spontaneamente, chi glielo ha imposto? E perchè? E che cosa mai ne farà? Non vogliamo credere che i democristiani si propongano lo stesso scopo così brillantemente raggiu11to nel '53 dai comunisti, e cioè di farne nient'altro che ... un candidato trombato. A questo punto, però, si impongono altri due ordini di considerazioni. A!nzitutto, sembra del tutto priva di sen,so La giustificazione fatta scivolare dallo stesso Corbino attraverso taluni ballons d, essai della stampa parademocristiana, secondo cui egli si sarebbe rifiutato di entrare in lista con i liberali, proprio a Napoli, nel timore di poter arrecare disturbo all' on. Cortese, che come è noto è il capolista liberale nella circoscrizione napoletana. Si tratta di una giustificazione per lo meno assai opinabile, specialmente se si pensa alla spregiudicatezza, ora confermata, con cui l'on. Corbino suole assumere questo o quell'atteggiamento. Tanto più che la seconda considerazione di cui si diceva, riguarda proprio il ruolo singolare che il Corbino, come affermano testimonianze assolutamente attendibili, assume• rebbe, in caso di elezjone, nello schieramento democristiano: quello çioè del [44] Bibloteca Gino Bianco

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