- tanto meno - su quello dell'impostazione compositiva dei singoli edifici, il grattacielo non costituisce che la espressione, esasperata forse, ma omogenea alle altre, del clima di abuso e di disordine, di « sottogoverno urbanistico », in cui la città versa ormai da anni, e nel quale, se non per il quale, molti di noi sono chiamati ad operare. Certamente, le voci qualificate che si sono levate contro di esso trovano 11 proprio fondamento incontestabile nella piena realtà dei fatti: nessun uomo di cultura in buona fede saprebbe disconoscere la serietà delle obiezioni e delle critiche che sono state mosse durante le polemiche recenti, o tuttora in corso. D'altra parte, ogni azione di denuncia, in quanto fatto di cultura, trova, nelle proprie stesse «occasioni», i limiti della propria validità, che si realizza pienamente solo se e in quanto la denuncia riesce a sfociare in un « altro da sè », in un qualcosa cioè di tempestivo e di preve11tivo, sia sul piano della elaborazione concettuale che su quello della cosi<l<letta prassi. Ciò, in altre e più pertinenti parole, significa che nessun uorno di cultura può ritenere di aver esaurito il proprio compito col sottoscrivere certi giudizi, ancorchè coraggiosi e criticamente qualificati. In effetti, il monstrum (cosi l'edificio è stato tra l'altro definito) non è certo sorto, come ben si può comprendere, da un giorno all'altro. Ma è stata, invece, appunto il fatto compiuto a dare l'avvio alle -polemiche. Ancora una volta, cioè è stato proprio quel « fatto compiuto », di cui tanto giustamente si deplorano sovente lo spirito ed i risultati, a suscitare reazioni che tan,to più opportunamente avrebbero dovuto valere come interventi preventivi, avvalendosi così di possibilità che purtroppo esulano dalla disinteressata dedizione e dal competente impegno che solo pochi vanno mettendo nel portare avanti giorno per giorno la propria azione di cultura. Beninteso, 110n si vuole con ciò dire che le denunce avrebbero potuto, 'forse più efficacemente, essere avanzate <<prima>>.Il discorso è in questo caso più ampio; e il riferimento ad una azione preventiva si allarga, proprio perchè, come si è cercaJto di spiegare, il grattacielo è il risu,ltato di t~tta una serie di fattori condizionanti, ed è su questi che sarebbe stato necessario operare con tempestività. Invece, siamo ora di fronte ad una situazione in cui sembra utopistico poter intervenire efficacemente: i fenomeni di « compressione» del centro sono stati sensibilmente incrementati dalle trasformazioni funzionali e dalle sostituzioni volumetriche, verificatesi non a seguito di « norme di piano n, ma ad opera di una «speculazione» pressante ed incontenibile; e non è difficile immaginare ciò che avverrà allorchè il grattacielo « entrerà in funzione» (e peggio, se si realizzassero gli altri, di cui questo fortunato esempio ha stimolato la progettazione). Per lo meno due aspetti della sua triplice funzionalità (case per abitazione, uffici, albergo) si riper-. cuotono sulla circolazione nella maniera a tutti nota: incrementandola cioè fino a una misura che oltrepassa ogni limite. E' umanamente com- [35] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==