simo interesse e della più attenta considerazione: alla quale, però, sembra doversi imputare un'eccessiva inclinazione a schemi teoricamente ed astrattamente ineccepibili, quanto, per contro, inadatti ad esprimere le linee e gli indirizzi di massi.ma cui dovre·bbe attenersi un'azione di intervento, conforrriemente alle esigenze di immediatezza ed alle concrete p.ossibilità dell'attuale situazione. Non sembra, ad esempio, che sul piano delle scelte politico-economiche giovino quelle impostazioni in virtù delle quali ci si addentra in qu.estioni ubicazionali di carattere strettamente tecnico od economico-aziendale e si finisce inevita1 bilmente per . suggerire - più o meno esplicitamente - la necessità di laiboriose ~d analitiche indagini, preliminari ad una pianificazione delle localizzazioni industriali secondo criteri di optimum assoluto (peraltro sempre discutibili); nè quelle impo-. stazion.i, per così dire, «integraliste», che subordinano categoricamentè l'adozione di un'intervento sulla distrjb11zione territoriale degli sviluppi industriali, ad una preventiva, precisa programmazione degli <>biettivi, dei tempi e dei metodi dell'azione d.i intervento in tutti i settori. Ciò che attualmente ha rilievo non è tanto l'accurata individuaziont dei pu11ti di localizzazione « ottimale », quanto il probrlema di << creare le condizio11i specifiche della industrializzazione, in zone delimitate e determinate» (2 ) ed opportunamente distribuite nel Mezzogiorno; d'altronde, è proprio attivando una politica di localizzazioni, sia pure di larga massima, non rigidamente codificata, ed anzi rispondente a determinati requisiti di flessibilità ed adattabilità., che si può concreta.mente tontrib11ire ad una maggiore coordinazione ed integrazione dègli interventi; non soltanto in senso spaziale, ma benanche in senso settoriale. e temporale. Risultato che, come l'esperienza dimostra, è assai più difficile conseguire operand.o <<dall'esterno», con le semplici esortazioni e solle- . citazioni degli organi responsabili a soddisfare, d'un tratto, le molteplici ed ampie esigenze politiche e metodologiche di una pur necessaria unitarietà e coordinazione degli interventi. Con ciò, tuttavia, non si intende affatto aderire aile posizioni di quanti equivocamente ·- mai esplicitamente - sembrano suggerire agli organi di governo di rinunciare ed anzi di sottrarsi all'impegno di qualIl!'.'_ ( 2 ) Cfr. F. CoMPAGNA, << Il 'secondo tempo' della politica meridionalista>, in: Nord e Sud, A. II - n. 12, novembre 1955 (pag. 11). [18] Bibloteca Gino Bianco
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