che più di altri su·biscono le conseguenze dei vertiginosi mutamenti del-- I' economia contemporanea, un difetto che porta con sè come risultato naturale e immediato un difetto di forza corrtrdbilanciante. E quando si dice qui <<difetto», non si vuol dire solo mancanza asso,luta di associazione, ma anche ·deficienza delle associazioni effettivamente esistenti ad intendere la posta in gioco e le posizioni da cui deve essere condotta la battaglia. La ·politicizzazione dei sindacati operai, ad esempio, può essere un espediente valido nei momenti di crisi grave, quando ogni problema si pone inesorabilmente come un problema di regime, ma non può ovviamen te essere utile ed è anzi dannosa quando la congiuntura sia diversa. È u11a constatazione quasi ovvia, che si trae dall'esperienza quotidiana, quella che i sindacati politicizzati sono incapaci di rispondere alla sfida che l'evoluzione capitalistica ·pone naturalmente ad essi. Del pari, per fare un altro esempio, la burocratizzazione che distingt1e altre associazioni non solo estingue il genui110 spirito associativo e fa delle associazioni stesse delle macchine., 1na anche le sfigura, riducendole a volte ad infrastrutture di altre, più potenuti strutture politiche. Tutto ciò appare tanto più grave ai nostri occhi in quanto la fede settece11tescanella co1nposizione naturale dei contrasti non è ,più la nostra (o almeno in quanto noi sappiamo che anche se una tale composizione naturale si dovesse verificare un giorno l'avremmo sempr1e pagata t1n prezzo troppo alto): il dottrinarismo politico settecentesco, al quale }a nostra filosofia politica è debitrice assai più di quanto di solito non si sospetti, ed al quale è debitrice anche, e pur qui assai più di quel ·che non si sospetta, la teoria economica liberistica!, era la traduzione in termini politici ·della concezione newtoniana dell'universo, dominante appunto sulla fine del secolo decimosettimo e lungo tutto il secolo decimottavo. Allo stesso modo che l'universo si presentava come il risultato di un'armonia naturale di forze contrastanti, così il sistema politico era configurato ,come la risultante di forze originariamente antagonistiche, che si componevano, attraverso il loro stesso urto ed intreccio, in un miracoloso ·equili,brio. Se ci si riflette bene una simile idea era, magari inconsapevolmente, alla base di _dottrine come quella sulla separazione dei poteri e di tutta la filosofia politica settecentesca: l'universo continuo e senza fratture dalla natura alla società non è stato inventato per la prima volta dai positivisti. Come si diceva, questa fede o, se si preferisce, questa filosofia politica [Il] Bibloteca Gino Bianco
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