Nord e Sud - anno V - n. 42 - maggio 1958

una loro politica internazionale senza ap,parire ridicoli o velleitari; il loro progressivo decadere a meri oggetti delle decisioni p.olitiche dei 1 due colossi extraeuropei. L'Et1ropa si de.finiva come il « grande malato» della sitt1azione mondiale, e i gloriosi stati europei non erano altro che i nuovi Balcani, mentre le grandi potenze cominciavano a preoccuparsi dell'assetto delle cose d'Europa allo stesso modo che due ,o tre •secoli fa Francia, Austria e Spagna si accordavano per dare un certo assetto alla penisola italiana, salvo a rimetterlo in discussione alla prima .occasione. I11 questi ultimissimi anni le cose non sono cambiate, si sono anzi aggravate. La politica atlantica e di solidarietà occidentale mostra di risentire dell'usura del tempo, in conseguenza del non aver trovato il suo sbocco naturale in una p,olitica di unificazione della vecchia Europa. Una generale stanchezza comincia a pervadere l'Europa, e questa stanchezza prende il nome e le forme del cosid,detto neutralismo che, in verità, non è tanto ·una p.olitica, quanto pit1ttosto uno stato d'animo: sono neutralisti i socialisti, vittime della loro pigrizia mentale e della loro ideologia, sono neutralisti i nazionalisti e tutti coloro che in genere sanno che le loro posizioni sono indissolu1 bilmente legate allo stato nazionale, tutti coloro che, per un verso o per un altro, hanno :bisogno di sentirsi indipendenti e sovrani. Tutto ciò, comu11que,non ha altra attinenza con gli interessi-della Europa. La neutralizzazione dell'Europa non costituirebbe affatto una scelta degli europei, e sareb,be soltanto la conseguenza di un nuovo accordo fra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, dopo quello maturato tra Yalta e Potsdam. La neutralizzazione dell'Europa, o di una sua parte essenziale, rappresenterebbe la consacrazione dell'attuale stato di divisione, la definitiva condanna alla decadenza. La battaglia contro il neutralisrno non è facile, perchè dietro di esso sta l'aspirazione dei popoli 2lla pace, aspirazio.ne che prende forma nell'ingenua speranza di riuscire a tenersi fl1ori dagli scontri fra i due colossi, una volta che questi a1 bbiano riconoscit1to la net1tralità dell'Europa. Si tratterebbe invece esattamente del contrario, ci& di una .s.oluzione provvisoria, per il settore europeo) dei rapporti fra le due ma1 ssime potenze, mentre la creazione di uno statt1s di neutralizzazione a,prireb·beloro anche la via legale per un intervento diretto negli affari dei paesi europei. In una situazione assestata ed irrigidita, di fronte ad un assetto del continente st~bilito e garantito dai due colossi, interessati a conservare lo statu quo, la possibilità, [108] Bibloteca Gino Bianco

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