Nord e Sud - anno V - n. 42 - maggio 1958

,I ' molto meglio che da noi, anche se in generale le condizioni economiche , erano migliori di quelle italiane. · # In Francia, non meno che in Italia, la ventata rivoluzionaria del '45 si era rapidamente afflosciata in un clima di restaurazione e di generale stanchezza; i grandi .problemi di cui si parlava durante la Resistenza non trovavano la via del loro inquadramento politico ed istituzionale, mentre il personale politico ed amministrativo della terza repubblica lentamente rioccupava tutte le posizioni di un tempo nei governi, nelle assemblee parlamentari, nelle alte cariche dell'esercito e della diplomazia, dell'am•ministrazione coloniale. La Francia si rivelava un paese invecchiato soprattutto politicamente, un paese nel quale il grosso della classe po1 litica era ancora fermo nella posizione dell' entre-deux-guerres, e, soprattutto, aveva una gran paura delle novità. Lo stesso « homo novus >> della p1olitica france5e, Pierre Mendès-France, non mi sembrava meritasse la fama goduta. La azione politica dello statista francese è cosa nota, ha trovato una eco largamente favorevole in molti ambienti politici qualificati in Italia. Personalmente, tuttavia, non mi sono mai sentito di condividere certi entusiasmi ed anzi negli sviluppi della politica mendesista e, soprattutto, nelle sue conseguenze, ho trovato le ragioni più valide del mio federalismo. L'errore di fondo di Mendès-France è stato quello di aver ritenuto possibile una ,politica di profondo rinnovamento nazionale, quando questa politica urtava contro ostacoli insormontabili: contro insolu1 bili problemi di dimensioni politiche ed economiche, contro la natura stessa delle forze che potevano seguirlo in una ·politica come quella da lui voluta, contro un sistema di equili1 brio fra le varie categorie di produttori e di consumatori, raggiunto a spese della dinamicità della produzione. La politica di Mendès verso le colonie ed il Nord-Africa voleva essere una politica progressista, di apertura verso le esigenze dei popoli di oltre-mare; egli aveva compreso la necessità di concedere l'indi,pendenza ai popoli coloniali, seguend.o l'esempio inglese, ma non aveva com.preso che, una volta concessa tale indipendenza, non esisteva più per la Francia alcuna possibilità di unione con i nuovi stati. Nei ra·pporti con le colonie la Francia non ha altra scelta che fra la pressione << manu armata >> dei movimenti di liberazione ed aibbandono totale, più o meno immediato: l'Union Française, intorno alla cui riforma ancora oggi i francesi tanto si af- [105] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==