suoi esponenti, l'instabilità dei << grandi elettori>> locali. Nel '53 sono in molti a premere alle porte del P.N.M. e del M.S.I. per ottenere un posto in lista; verso i monarchici si indirizzano in prevalenza alcuni noti esponenti degli agrari materani, dei quali vengono accolti come candidati Rago, D'Andria e l'ex gerarca fascista Loreto; capeggia la lista del P.N.1-1. l'avv. Raffaele Cafiero, oriund·o di Potenza, dove si ricordano ancora gli atteggiamenti socialisti della sua giovinezza, parente e socio di Achille Lauro e candidato di rilievo anche a Napoli fra le file monarchiche. Altri candidati sono il romagnolo trapiantato in Basilicata Odo Spadazzi, attivo organizzatore del partito sin dalla fondazione, e che ora viene avversato dai nuovi e più gr.ossi arrivati, l'ex segretario nazionale del fascio, Nicola Sansanelli, il giornalista Edoardo Stolfi, già candidato qualunquista nel '46, l'avv. Lopez di Rionero. È una lista, questa monarchica, i cui elementi sono divisi da contrasti tenaci, spesso clamorosi; il gruppo laurino, di Cafiero e Sansanelli, che tiene i cordoni della borsa, cerca di imporre la sua supremazia; Spadazzi si difende con vigore, rivolgendosi alla gente minuta tra cui è molto popolare. La lista si qualifica inoltre come espressione dei ceti agrari, dei maggiori interessi colpiti dalle riforme, in ciò differenziandosi da quella dei fascisti. Per il Senato il P.N.M. ,presenta come candidati Carlo Mastrosimone e Al,berto Rigirone, già esponenti del Blocco Nazionale nel '48, Antonio Quaglietta, Francesco Marinaro, Giovanni Guida e il generale in pensione Ascanio Sibilla, sindaco di Melfi. A capolista del M.S.I. in Basilicata l'apparato centrale impone un certo prof. Tripodi di Reggio Cala:b,ria,che pare sia stato insegnante di mistica fascista in una Università del Regno; con lui si affiancano i vecchi fascisti Pastore, Orlando, Montesano e Rina, il giovane D'Anzi, di Matera, e l'avv. Picardi, fratello del nuovo segretario provinciale della Democrazia Cristiana. Anche tra le file del M.S.I. non mancano i contrasti; viva è la polemica fra puri e opportunisti, tra vecchi e nuovi fascisti. Ma tutti parlano un linguaggio che sconcerta i più, condito di minacce squillanti ai democratici; ven11to meno l'appoggio di consistenti interessi reazionari, i fascisti rivendicano apertamente l'eredità di Salò. Tuttavia v'è .ancora qualcuno che ha fiducia in un loro clamoroso successo, come l'ex gerarca fascista, già deputato e consigliere nazionale, avv. Gianturco di Avigliano, che dopo la caduta del fascismo si era avvicinato aoli ambienti b [84] Bibloteca Gino Bianco
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