Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

seguito, man mano che si procedeva nell'assegnazione delle terre, si moltiplicarono te iniziative propagandistiche della Democrazia Cristiana, .che considerava gli Enti di rifor1Ila un sostegno alla sua organizzazione periferica, uno strumento di recupero immediato del voto dei ceti contadini, nella convinzione che esistesse un rapporto quasi deterministico fra .riforme e ri1 sultati elettorali. Tra il '52 e il '53 il clima politico del paese è in generale meno favorevole al partito di maggioranza. Prescindendo, in questa sede, da .considerazioni generali sui grandi temi della polemica elettorale del '53 (ma ricorderemo il favore crescente incontrato dalle opposizioni nella campagna contro la nuova legge elettorale), giova sottolineare che anche l'e'lettorato meridionale, ·benchè in minore misura riceve questi temi, a .cui si aggiungono d'altra parte i temi proposti dall'attuazione della riforma e dalla applicazione dei programmi elaborati dalla Cassa per il Mezzogiorno. S11questi ultimi motivi fa maggiore affidamento la propaganda .democristiana in Basilicata per influenzare il voto del 7 giugno; le oppo- ·sizioni invece possono attaccare la maggioranza accusandola sia della .« legge tr11.ffa >> che della << strumentalizzazione » e del paternalismo degli ·Enti di Riforma. L'azione propagandistica della D.C. appare rivolta esclu- .sivamente in una direzione. Anche la mobilitazione del clero, delle organizzazioni cattoliche, degli organi dello Stato ris·ponde al disegno di presentare (con tutti i mezzi disponibili, anche se poco leciti da un punto .di vista correttamente democratico) all'elettorato meridionale un conto di quello che i'l governo ha fatto per il Mezzogiorno, per chiedere il saldo in voti; nei comizi, sui manifesti, nella propaganda capillare vengono in primo piano le cifre, gli elenchi delle opere realizzate, i programmi predisposti per il futuro. Posta la polemica elettorale in questi termini, ·vengono automaticamente tagliati fuori dal dibattito i partiti laici di ,centro-sinistra, che nessun vantaggio hanno potuto trarre dalla lunga .collaborazione con la Democrazia Cristiana, pur dovendo condividerne le responsabilità di governo. Anche per le elezioni del '53 la formazione delle liste risultò piuttosto .di Matera, per Ha. 46.383, e 130 in provincia di Potenza, per Ha. 17.989. Mentre però l'intera superficie dei 29 comuni del ìvfaterano cadevano nel territorio della J"iforma, in provinica di Potenza erano soggetti a scorporo solo 24 comuni su 98. [81] Bibloteca Gino Bianco

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