ta al nostro tempo ed alle esige1ize e configurazioni della vita meridio11ale. Il mercato attuale richiede solo opere di assai mediocre livello e ' spesso gli artisti si devono a,deguare a codeste avvilenti condizioni. Ma nel Sud, oltre la produzione artistica propriamente detta, anche un artigianato ad altissimo livello potrebbe riuscire molto utile sia all'economia della regione, sia a quella degli artisti. Attualmente uno degli esempi più interessanti è quello di Capri; ma anche in Basilicata, per esempio, si potrebbero avviare produzioni di ceramica, usando delle medesime argille e delle medesime materie coloranti che resero celebri i vasi delle fabbriche di Armentum, Paestum ed Anxia. Quanto poi agli incarichi artistici nella costruzione e nella decorazione di chiese, edifici pubblici e privati, essi vengono spesso affidati agli artisti meno preparati, ma più faccendieri. Se si vuole un esempio su i metoài usati, basti ricordare che, nella ricostruzione di quel gioiello medioevale che è la chiesa di S. Chiara in Napoli, si è affidata l'esecuzione delle vetrate senza nemmeno bandire un concorso (e tale metodo ha precedenti illustri nella storia dell'arte!). Ma trjstezze di questa fatta sono all'ordine del giorno, quando si pensa che le eroiche fatiche del direttore del museo provinciale di Potenza - t1n giovane che per ordinare il museo archeologico ha dovuto sopportare grandi sacrifici e si è messo a studiare il greco - sono compensate con uno stipendio molto inferiore a quello che a Napoli . . . . riceve una cameriera a mezzo servizio. Per le non buone possibilità economiche delia produzione artistica, per la mancanza di mercanti d'arte particolarmente impegnati all'a!te moderna, per le ragioni d'ordine culturale a cui abbiamo accennato più sopra, si verifica un fenomeno migratorio dal Mezzogiorno al resto d'Italia, e in particolare Roma; ma se questa può dirsi una migrazione esterna, se ne ve., rifica pure una di carattere interno, verso Napoli, dove in special modo convengono gli artisti del Mezzogiorno continentale. A Napoli però gli artisti non trovano un centro attivo, aperto, dove sia possibile determinare iniziative che abbiano presa e sviluppi. Trovano una « tradizione» ormai insediata, che si rifà stancamente ai moduli della scuola napoletana dell'Ottocento. Trovano un clima provinciale e personalistico che riduce all'isolamento. Eppure non è a dirsi che la città parteno- [74] Bibloteca Gino Bianco
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