dalla metà dell'Ottocento in poi fu la mancar1za di una cultura viva che si inserisse nel corso della civiltà europea ottocentesca, romantica e post-romantica. Se da una parte venne meno il mecenatismo più o me110 illuminato dei Borboni e della Chiesa, che dettero modo a svariati artisti di operare e di creare un ricco patrimonio, dall'altra si determinò il predominio di quella media borghesia burocratica e statale, di q11eiceti professionali e mercantili, non certo sensibili alle nuove realtà spirituali che si andavano determinando. In altri termini, nel Mezzogiorno, forse più che in ogni altra parte d'Italia, si venne configurando l'imborghesimento dell'arte e degli artisti. Certo che, ora l'arretratezza economica, ora i gravi problemi sociali ebbero la loro parte in questo stato di cose, tanto che negli ultimi cinquant'anni si è venuto a determinare uno stacco tra la situazione artistica del Mezzogiorno e il rimanente d'Italia, ancor più netto e grave che nel passato. Ma si potrebbe rilevare da qualche parte - a proposito di questa si-. tuazione negativa - che i meridionali non hanno uno spiccato senso figurativo, non sentono una effettiva necessità con i problemi della forma, e insomma attorniati da una natura bellissima e ricca non avvertono il bisogno di esprimersi per mezzo di immagini visive ma solo attraverso la speculazione intellettuale o le arti della parola. Per così dire l'arte sarebbe cosa di tutti i giorni e quotidianamente si ronnoverebbe aprend.o la finestra alla luce del mattino, passeggiando per la campagna, guardando la distesa del mare. Una taie considerazione è di una incantevole ingenuità e priva di validità storica. La ·bellezza dell'ambiente infatti richiama altre bellezze, quelle delle opere dell'uomo, e la bucolicità meridionale può essere un dono, anzichè uno svantaggio, per artisti che si pongano davanti alla realtà senza placidi a,bbandoni, ma con un vigilante senso di osservazione e d'inq.uietudine. E d'altro canto come spiegarci allora la sublime arte toscana, o la dolcissima pittura umbra, influenzate certamente da uno stupendo paesaggio naturale? Per poco che vi si ponga mente, ci si accorgerà come il nocciolo del problema è più nelle occasioni culturalmente perdute che nella benedetta psicologia dei meridionali. Quando nell'Ottocento, per esempio, il centro di irradiazione dell'arte europea era Parigi, e l'arte italiana si dibatteva in un [69] Bibloteca Gino Bianco -
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