Centrale) che non voleva lo scioglimento anticipato: ma nei paesi de_mocratici, si guardi l'Inghilterra ad esempio, l' opposizi.one denuncia sempre {l governo come non più rappresentativo del paese e lo sfida ad anticipare le elezioni·! Si è visto l'altro spettacolo di un governo che proponeva lo sciogt1:·- mento anticipato per evitare di spendere i dieci miliardi che sarebbero stati spesi l'anno prossimç;. Si sono visti i democristiani, determinati ad ottener~ la dissoluzione, ricorrere a tutte le manovre, e i socialisti e i comunisti, determinati per ragioni contrastanti, ma non meno contingenti, a rinviare le elezioni pel Senato, ricorrere a tutte le contromanovre. Ma non v'è stato nessuno, o quasi, che abbia parlato il linguaggio alto e fermo delle istituzioni. Nessuno degli espedienti procedurali, nessuna delle motivazioni per questo o quell' atteggiatriento, nessuna delle proposte o controproposte aveva senso innanzi al problema di fondo che i legislatori e i partiti avrebbero dovuto porsi: quale la funzione, quale la struttura di una seconda Camera? Questo era il centro del dibattito; e questo centro, che nessuno mai ha affrontato, deve essere p1,re evocato dagli otservatori, dai critici politici che sentono la responsabi1ità della loro funzione. Non è senza amarezza che constatiamo che la prima riforma costituzionale che si sia tentata in Italia, sia stata tentata prescindendo i·nteramente dai problemi istituziona/,i che si pongono a coloro i quali vogliono dare un ordine allo svolgimento delle lotte politiche. E francamente non s'intende cosa abbia voluto dire il senatore Luigi Einaudi affermando che la diversità di durata delle due Assemblee presenta aspetti difficilmente giustificabili agli occhi dell'opinione pubblica. Il senatore Einaudi vuole, dunque, una seconda Camera che sia soltanto un doppione della prima? E perchè non una sola Camera, allora? Che l'avvenire non ci riserbi la sorpresa di vedere i comunisti trasformati in campioni intransigenti del bicameralismo! Questo che qui si è accennato non era un problema pel Presidente della Repubblica; era invece un problema per la classe dirigente. E questa 120nha saputo chiarire a se stessa i termini della questione, comprendere che nella riforma del Senato si doveva procedere con chiarezza di intenti, mettendo da parte le contingenze di schieramento e parlando il linguaggio delle istituzioni. Chi ha letto l'editoriale di Nord e Sud di questo gen- [5] . BiblotecaGino Bianco
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