riviste specializzate; ed essi ci suggeriscono l'impressione che i responsabili li abbiano inseriti lì, nel quotidiano, perchè intendono, in tal modo, tappare le falle di una pagina della quale nessuno si cura in maniera particolare, e che viene compilata attingendo, con sempre maggiore frequenza, al poco scelto materiale delle agenzie. Sicchè la retorica della vecchia « terza >> trionfa; e senza tenere conto delle fratture e disarmonie di una · pagina così raffazzonata, si pensa, da parte dei responsabili del giornale, di aver conseguito, oltre a quello dell'economia, il fine della validità non solo quotidiana di almeno una parte del giornale stesso. Inutile ripetere, ci sembra, come il tutto si risolva in una negazione della esigenza di un giornalismo moderno. A questo punto gioverà, soffermandoci su di una antica e dibattuta questione, dare una risposta a una vecchia domanda: l'impostazione cioè della pagina letteraria, se ancora può chiamarsi così, dipende, o, meglio, è condizionata dal fatto che a guida del giornale ci sia un direttore più giornalista o più letterato? Prolegomeno questo al più ampio problema della influenza di un direttore << letterato» su tutta la struttura del giornale., Tale questione collaterale, non soltanto teorica, ha riflessi pratici in certe situazioni, proprie della stampa quotidiana meridionale e più particolarmente napoletana. Ma il bilancio delle combinazioni giornalistico-letterarie non è tra i più positivi. Consideriamo un esempio tipico: quello del Mattirio di Napoli, che, con la sua tiratura oscillante tra le 70.000 copie ac~ ereditategli forse con soverchia leggerezza!' da un sondaggio del '56 (Vie Nuove) e le 50.000 copie attribuitegli da statistiche meno recenti, ma forse più vicine alla realtà (Il Borghese, '54), è il secondo giornale per diffusione nell'Italia merìdionle, dopo la Gazzetta del Mezzogiorno di Bari (90-100 mila copie) e con un certo margine di vantaggio sul Roma (35-45mila copie) e s11imaggiori quotidiani siciliani. A definire la terza pagina di giornali come il Mattino, in netto declino, e a chiuderne in limiti precisi l'assai scarso registro, valgano le parole che al principio dello scorso anno (3 ) su questa rivista scrisse Nello Ajello: << I giornali medi sono cost~etti a restare nella più anchilosata varietà letteraria, perchè in Italia ancora oggi è ( 3 ) << Decadenza del quotidiano», in Nord e Sud, gennaio 1957. . ; [62] Bibloteca Gino Bianco
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