si vedono ì primi segni: un grande giornale torinese risponde chiamando un. maestro della critica musicale e poi addirittura un famoso direttore d'orchestra. L'elzeviro smette di essere virtuosismo per diventare competenza. Ma il resto della pagina tende ormai ad assimilarsi con le altre pagine del giornale .. Quando scarseggia lo spazio, finiscono in terza anche le notizie e i servizi destinati altrove. La distinzione di stile è ormai perduta. In alcuni giornali si è già arrivati ad eliminare la figura del redattore di terza pagina ». Ad opinioni siffatte, in pratica concordanti quand'anche di forma e di impostazione diverse, scrittori e letterati reagiscono come d'altronde è com-- prensibile con varie argomentazio11i. Si fa appello alla forza di una tradi-- zione più che trentennale e prettamente italiana; alla necessità, dal lato deJ prestigio, delle << grandi firme » in vena di confidenze e ad altre cose ancora. In una serie di conversazioni alla radio raccolte poi in volume, un noto, critico letterario (2 ), qualche anno fa, assumendosi il difficile compito di coordinare i vari motivi da addursi a difesa della attuale struttura della terza pagina, affermava: 1) che essa è una prerogativa e un vanto del giornalismo italiano; 2) che ha contribuito allo svecchiamento e allo sveltimento <lei professori universitari e degli studiosi chiamati a collaborarvi; 3) che annovera notevolissime benemerenze, anche di natura economica, nei ri-- guardi degli scrittori e, con essi, dell'arte. Motivi, come facilmente si vede, unilaterali, a11che se in parte accettabili. Si parla dei meriti culturali della terza pagina dei quotidiani italiani, l'unica ad essere caratterizzata in tal modo nella stampa europea e mondiale, ma non v'è accenno alla sua aderenza alle esigenze dei lettori, al suo amalgamarsi o meno con tutto il giornale. D'altra parte, già allora, taluni ambienti letterari si erano resi pienamente conto della diversa e più com-- plessa impostazione da darsi al problema se, nel 1952, E. Squarcia aveva scritto di un << Tramonto della terza pagina» (Fiera Letteraria, 31 agosto) e, l'anno dopo, la questione era ri_presada Giuseppe De Robertis (« La ter-· za pagina~>, Tempo illustrato, 3-1-'53). Dopo cinque anni (!,'inchiesta di Falqui è del 1953) la terza pagina,i nella sua forma più freque11te e stereotipa, presenta oggi differenze notevoli di qualità e di con.figurazione man mano che dal Nord si sce11deverso Ro-- (2) E. FALQUI: << Inchiesta sulla terza pagina», ERI, Roma, 1953. [56] Bibloteca Gino Bianco
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