Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

Editoriale · Il giorno 25 maggio, dunque, il popolo italiano si recherà alle urne per eleggere la ter.za Legislatura della Repubblica: il decreto con cui il Presidente Granchi ha sciolto entrambi i rami del Parlamento sembra giusto ed i11discutibile. Git1sto et/ indiscutibile poichè la lettera e lo spirito della Costituzione gliene davano potere e diritto; perchè la difficile congiuntura politica che si era venuta a creare dopo la crisi Segni, con f' avvento del governo cosiddetto monocolore prima, con la riforma del Senato poi, gli davano quasi il dovt:re di farlo. Si potrebbe dire che qttesta seconda Legislatura repubblicana aveva cessato di essere un corpo politico, anzi il corpo politico della nazione dai giorni tragicomici in cui al Senato e alta Camera dei Deputati il Governo delJ'on. Zoli aveva chiesti e non chiesti, avuti e non avuti, i voti della destra nazionalfascista. Fu evidente, allora, che un certo processo politico era giunto al suo termine; e vi fu fin da allora chi, come questa rivista, vide in uno scioglimento anticipato della Camera dei Deputati la soluzione più logica e meglio conforme agli interessi del paese. Da quei giorni, in effetti, il Parlamento fece delle leggi ( le qua/1,',come tutte le cose degli uomini, erano eccellenti o cattive: non è questo il problema che ci interessa oggi), ma non fu un'assemblea politica: resterà tra i dati paradossa/,i della politica italiatJa il fatto che decisioni importantissime co- , me i trattati del MEC e dell'Euratom sono state prese con ttn governo monocolore scolorito e con un'assemblea che era ormai incapace di grandi- dibattiti politici. Le maggioranze che quei trattati riscossero furono cospz'cue; e tali, perciò, da non autorizzare il minimo dubbio; ma r assenza di un govertlo con una chiara qualificazione ha finito col dare a quegfi avvenimenti rivoluzionari il colore un po' smorto dell'ordinaria amministrazione. [3] Bibl·otecaGino Bianco

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