Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

talità si manifesta con esempi che sono luoghi comuni della propaganda fascista e neofascista. Così si apprende che l'Italia entrò in guerra per timore di restare esclusa « da ogni possibilità di far valere le sue rivendicazioni > .al tavolo della pace. Le rivendicazioni sarebbero poi, se non andiamo errati, quelle relative a Gibuti, e magari a Suez, avanzate dalla propaganda mus .. soliniana. L'assalto alla Grecia viene giustificato col dire che l'atteggiamento di questa nazione era ormai « da molti mesi nettamente favorevole alle democrazie ». L'attacco tedesco alla Russia - del quale è noto che fu preparato freddamente in più mesi, fissato una prima volta al 15 giugno del 1941 e rimandato di una settimana, e quindi che fu chiaramente premeditato - trova questa incredibile spiegazione: « L'azione tedesca (era) determinata dall'ormai chiara intenzione di Stalin di lanciare le armate bolsceviche alla conquista dell'Europa dilaniata dalla guerra ». È appena il caso di aggiungere che le disastrose condizioni di impreparazione iniziale dell'esercito sovietico sono state da oltre un decennio portate a conoscenza del pubblico medio e che vennero riconosciute anche da giornali militari tedeschi nel corso del .conflitto. ; Il periodo della Resistenza è naturalmente presentato come una scia• gura abbattutasi sul Paese nelle forme della guerra civile. Le bande partigiane erano, ovviamente, « controllate dai comunisti »; e il C.V.L. non era .che « cobelligerante » (questa parola è scritta sempre fra virgolette, con intenti dubitativi e di scherno). Non senza sorpresa, viceversa, si apprende che, allo sbarco americano ad Anzio, seguì una disperata reazione italo-tedesca7 da cui si dovrebbe evincere che, per l'autore della didascalia citata, l'Italia, non si capisce se ufficiale o reale, era quella di Salò. Tanto più che, voltata pagina, si legge che « le divisioni di Mussolini e di Hitler, prive di mezzi e .di aerei, resisterono accanitamente»; e qui la sorpresa, com'è ovvio, nasce in particolare dal fatto che viene data per certa l'esistenza di divisioni di Mussolini, quando è noto che, fatta eccezione per alcuni modesti contingenti, corpi quasi autonomi come la « X Mas », la «Nembo», la « Monterosa », e le squadre della « G.N .R. », non esistette alcun esercito « repubblichino ». È risaputo che il tentativo di ricostituire un esercito « fedele al .duce » falli miseramente, e la repubblica di Salò non ebbe da offrire all'alleato tedesco niente più di corpi raccogliticci e disorganici. Un atteggiamento « politico » siffatto spiega anche tutto il restante ·modo di guardare alla guerra: questa diviene il teatro delle gesta dei nostri .soldati, dei loro eroismi senza fortuna, della disperata loro fiducia nella vittoria. Questa vittoria poi non venne poichè il nostro non era che « un ostinato, eroico popolo povero », che combatteva contro nemici ricchi e potenti. Gli eéhi della propaganda fascista, come si vede, sono duri a morir~. Ne ri- [39] Bibloteca Gino Bianco

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