Sud, a forte domanda e a debole offerta: si devono pertanto confutare proprio le denuncie moralistiche, per far luogo al riconoscimento di una situa-- zione obiettiva, di mercato, tutta da risanare. Che l'inchiesta su Maratea e i chiarimenti che ne sono seguiti ci abbiano offerto lo spunto per ribadire il nostro punto di vista sulla funzione didattica dell'industria, e quindi della « settentrionalizzazione », è ragione di compiacimento per noi, convinti come siamo della necessità di una più attiva collaborazione critica fra operatori economici e studiosi, per meglio intendersi nel lavoro comune; l'affermarsi poi delle public relations qui nel Mezzogiorno, dove la « voce pubblica » è tanto indiscreta, e spesso malevola, ci sembra più indispensabile che altrove. n. d. r. Documentari sulla guerra A distanza di quasi tre lustri dalla fine del conflitto mondiale non è ancora certo che l'opinione media italiana, quella che si rispecchia settimanal1nente nei grandi rotocalchi, si sia fatta un'idea giusta della guerra. Con ciò non intendiamo certamente dire che siano mancati giudizi in proposito, che non vi siano stati memoriali, articoli, inchieste, documentari. Anzi, la raggiunta perfezione tecnica della fototipia, del rotocalco, della stampa è stata dispiegata in tutta la vasta gamma dei suoi effetti per rendere popolare e diffusa una cospicua mole di « documenti » sulla seconda guerra mondiale. Ma è proprio sulla qualità di questi che intendiamo avanzare le più ampie riserve quando affermiamo che essi non hanno minimamente contribuito a diffondere quella meditata e documentata opinione sulla guerra in genere, e sull'ultimo conflitto in particolare, che sarebbe stata auspicabile. La seconda guerra mondiale è stata un avvenimento grandioso e terribile, perchè da un punto di vista strettamente militare ha significato il capovolgimento dei canoni strategici tradizionali; da un punto di vista ideale e morale è stata l'avvenimento che ha scosso perfino le coscienze più torpide, ed ha rappresentato con una drammaticità inaudita il cozzo di opposte concezioni dell'uomo e della sua libertà; la sua complessità di aspetti, insomma, non ha avuto precedenti. ·Il nostro Paese è sceso in guerra impreparato militarmente, certo, ma soprattutto sprovveduto di un'adeguata idea della guerra: la retorica delle fanfare e delle parole altisonanti, propria del fascismo, aveva fatto dimenticare Io choc prodotto dalla prima conflagrazione europea; e soltanto pochi [37] Bibloteca Gino Bianco
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