Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

dionali: nell'affrettare la liquidazione, di fatto inevitabile, della vecchia struttura dei rapporti fondiari e nel dar vita ad una nuova fase del movimento contadino. La vecchia struttura dei rapporti sociali nelle campag11e meridionali, dominata dal prevalente fenomeno della scissione, tra la proprietà e l'impresa, è stata già colpita a morte dalle vicende delil'ultimo decennio e non potrà resistere ai processi dell'esodo rurale e ddll' ascesa delle classi conta- . dine. I contratti agrari, - privando di ogni sicurezza l'avvenire degli imtìvatori ad assumersi i rischi dell'impresa - costituiscono il più grosso ( ostacolo al progresso agrario e ai processi di ridimensionamento delle , aziende agricole. Una riforma dei contratti agrari, ben più drastica di q11ella inutile proposta e discussa senza successo negli ultimi dieci anni, rappresenta, perciò, uno strumento fondamentale per il rinnovamento agricolo del Mezzogiorno. Compito delle minoranze coscienti è quello di prepararla instancabilmente, trovando le occasioni e gli accorgimenti che tolgano ad essa il carattere odioso di una spoliazione, vincendo le infinite resistenze facilmente immaginabili in una società in cui quasi tt1tta la classe politica è oggi più o meno direttamente interessata alla rendita fondiaria. Non sa.. reb1 be la prima volta che delle minoranze coscienti si porrebbero il compito di affrettare con l'azione la fine di un sistema di rapporti già morto alle radici e condannato ad essere ab,battuto dal corso stesso dei futuri av- • • ven1ment1. Per quanto riguarda il movimento contadino è tempo oramai di abbandonare le vje della protesta e delle agitazioni senza obiettivi raggiungi'bili e di porsi sul pia110 stesso sul quale si muovono le cose. La conoscenza della realtà agricola meridionale ha dimostrato - co-- me abbiamo già visto - inconfutabilmente tre cose: 1) che la intollerabile condizione di vita dei contadini è -principalmente dovuta alla loro ~ssa produttività e alla sottoccupazione e queste all'eccesso di forze di lavoro nelle campagne; 2) che la effettiva responsabilità della ·produzione è già prevalentemente nelle mani delle imprese contadine; 3) che l'avvenire di queste imprese è indissolu·bilmente legato al Bibloteca Gino Bianco . [22]

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