per cento, l'affitto a coltivatori diretti il 20,8 per cento, i multiformi co11tratti colonici il 23,0· per cento. Complessivamente 1'82,9 per cento della superficie lavorabile risultava occupato a vario titolo da imprese contadine, nelle quali non solo il lavoro è conferito dai lavoratori a loro rischio, ma dei lavoratori so110 i modesti ca·pitali di esercizio e le tipiche funzioni imprenditoriali (3 ). Ciò, naturalmente, non significa la integrale scomparsa di proprietari imprenditori o di affittuari di tipo capitalistico e neppure che una qualche funzione non resti nelle mani di alcuni nuclei e individui appartenenti alla categoria dei proprietari redditieri. Ciò sta ad indicare una tendenza evolutiva non più reversibile, prossima al compimento. Il risul- • 1 tato di questa evoluzione è, ripeto, una prevalente scissione tra la pro- · prietà e l'impresa, per cui la categoria dei proprietari terrieri non ha più I · alcuna funzione sociale da assolvere e quella degli imprenditori conta,dini non può muoversi indipendente verso i suoi obiettivi. Questa situazione e questo gi11diziovalgono sia per le zone che abbia-• mo chiamato di <<polpa>>,sia per qÙelle che abbiamo attribuito all' <<osso» del Mezzogiorno agricolo. Nell'uno e nell'altro cast i problemi che ne scaturiscono so110resi più gravi dal fatto che quella scissione è quasi dovun- 1 que associata ad un pauroso frazionamento della proprietà (sia questa col-I tivatrice o non coltivatrice) e ad un ancora più impressionante fraziona-I mento delle imprese. La scissione tra la proprietà e l'impresa domina con i suoi contrasti f l'unità produttiva e ne paralizza il funzionamento e il progresso. Il fra- I zionamento dell'una e delr altra - nel doppio aspetto della prevalenza di unità produttive troppo piccole e della frammentazione interna di ciascuna di esse - ne rende tecnicamente impossi1 bile l'ammodernamento e la razionalizzazione. Al di là, quindi' di ogni considerazione di ordine politico e sociale, , questa struttura e l'eccesso di popolazione agricola che vi corrisponde risultano ormai incompatibili con ogni programma di riorganizzazione Ross·1-D0RIA, Riforma agraria e azione 1neridionalista, Bologna, Edizioni Agricole (secof?.daedizione), 1957, pp. 352 e seguenti. ( 3 ) Nei dieci anni seguenti al rilevamento, questi rapporti si sono - come è noto - ulteriormente ampliati, conferendo a quel giudizio una portata anche maggiore. [15] Bibloteca Gino Bianco
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