Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

perduti, rimane necessariamente un paese piuttosto mitico che reale, punto d'incontro di una rievocazione libresca e di una suggestione romantica, sorvegliata appena da una sensibilità moderna e troppo scaltrita per cadere nei trabocchetti del- , l' oleagrafia. Ci sono pagine su Palinuro, Crotone, Locri, in cui il rapimento della scrittrice di fronte ai resti della civiltà greca è fin troppo evidente: la visita alla colonna di Era Lacinia e ai resti del tempio di Persef one restano un pretesto per immergersi ' in un mondo a lungo vagheggiato dalla fantasia. Mondo mitico anche quello delle donne che levano il lungo e cantilenato lamento sulla bara del congiunto; quello òelle << magare » che riescono con i loro filtri ad affascinare gli uomini e ad allontanare il malocchio; quello delle comunità albanesi che sono riuscite a conservare intatte la loro lingua e le loro abitudini. Tanto che curiosa ed un poco anacronistica può apparire alla viaggiatrice la te- .stimonianza della lotta elettorale che le viene offerta dalle scritte sui muri: << Viva Togliatti », << Viva la S. Vergine ». Eppure la Calabria ha contribuito al progresso culturale della nazione con fervore di studi e con ardite concezioni filosofiche e politiche: calabresi erano Gioacchino da Fiore e Tommaso Campanella. A Cosenza la Alpini trova in vita quella antichissima Accademia che le suggerisce la esclamazione, un poco ingenua, ma non priva di efficacia polemica: << Ainsi cette ltalie du Sud, qui pour trop de touristes est le pays des brigants et des chansons ... a frayè les voies à la penseé libre. Mais par orgueil ou préjugé on continuerà à dire que la philosophie et les sciences sont nées avec Descartes ». Ma la signora Albini è, dicevamo, una donna di moderna sensibilità ed una viaggiatrice accorta. Non le sfugge quindi il processo di trasformazione in atto, il fermento di nuova vita che scuote le basi secolari di questa convivenza e le corrode lentamente: << Ces ilots -intacts encore, parce-que coupés des routes de grande communication, sont a leur tour assaillis par les fiottes de notre epoque: progrès technique, réformes agraires, luttes socia- /es, optimi·sme révolutionnaire ». Le pagine più interessanti del libro sono, a nostro avviso, quelle dedicate alla riforma agraria in Sila, di cui l'Autrice avverte l'importanza come fatto sociale e politico. Si sarebbe desiderata una visione storica più chiara e un più maturo approfondimento di questi fenomeni; ma tant'è l'Autrice ci ha dato il libro che poteva darci una giornalista brillante ed intelligente; e non abbiamo il diritto di chiederle altro. ANTONIO MARANDO [125] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==