Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

profondita. Per quanto io ricordi, due soli libri la avevano fatta oggetto di amorevoli studi: quello di Ettore Gliozzi stampato circa trenta anni fa, ricco di acute osservazioni; ed un opuscolo assai più recente di Mario La Cava, I Misteri della Calabria, nel quale riaffiora il gusto della notazione psicologica e morale che è così vivo nello scrittore calabrese. Nè l'uno nè l'altro scritto però ebbero la fortuna del Cristo s'è fermato ad Eboli di Levi, di Contadini: del Sud di Scotellaro, del Popolo di formiche di Tommaso Fiore. La Calabria è ancora oggi una regione poverissim~ e di strutture semifeudali: vanta il triste primato del più alto numero di analfabeti e molti paesi dell'interno sono tagliati fuori non dico dalle grandi strade di transito nazionali ma addirittura dalle vie provinciali; e vivono, isolati, di una chiusa economia agricola e pastorale. Vecchio e nuovo coesistono; ed il nuovo si va facendo strada faticosamente e lentamente (si chiami riforma agraria o organizzazione sindacale) fra ostacoli ed incomprensioni di ogni sorta. Uno studio completo e sistematico sulle sue condizioni attuali· manca in Italià: i contributi più seri alla conoscenza della sua struttura sono da ricercarsi nelle inchieste apparse in questi ultimi anni in riviste di studi meridionalistici ed in alcune pagine del Viaggio in ltal(a di Piovene. Ecco ora un libro pubblicato in Francia da una scrittrice di origine italiana (Maria Brandon Albini: Calabre, Arthaud, 1957) col quale, speriamo, l'Autrice riuscirà a comunicare ai connazionali di adozione il suo entusiasmo di turista colta che, una volta tanto, ha saputo scegliere per un viaggio in Italia << des chemins qui ne menent pas à Rome » e (aggiungeremmo noi) a Venezia, Capri e Taormina~ Sono dei << foglietti di viaggio », scritti con gusto e vivacità, dei quali si desidererebbe una traduzione italiana che ricompensasse, con la diffusione del volume anche in Italia, la signora Albini per questa sua testimonianza di amore alla Ca... labria. Lo stato d'animo che accompagna la viaggiatrice è lo stupore: stupore per le bellezze naturali, di una natura intatta e solenne che richiama i miti di Omero e di Virgilio; per la struttura ancora patriarcale della società, che appare cristallizzata nonostante il fluire del tempo e degli eventi; per le testimonianze sparse qua e là di un passato nobilissimo, di antichissima civiltà, che par sopravvivere ancora nella innata gentilezza dei popolani, nel loro senso quasi religioso del-- I' ospitalità. C'è, nelle prime pagine del libro, una confessione dell'Autrice che ci potrà servire da guida nello scorrerne le pagine: << la jeunesse s'eloignait et de ce deuxième cycle de ma vie resurgissaient tels souve-· nirs d' enf ance et d' adolescence, tout ce monde scolaire que j'avais refusé naguère comme étant trop instz"nctif et trop peu rationel. Et ce mond me semblait maintenant symbolz"sé sourtout par le Sud, age d' or, éternelle dimanche des amours perdues ». Il Mezzogiorno, sentito così come l'età dell'oro, eterna primavera degli amori [124] Bibloteca Gino Bianco

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