gore nei diversi centri; si giovò di qualche solidarietà locale ed accrebbe così in un duplice senso il suo potenziale carattere eversivo, come indebolimento di fatto del potere dello stato, e come perico- . Iosa tendenza del movimento stesso a porsi fuori del quadro costituzionale. Con il fascismo, questo avviene in proporzioni assai più rilevanti, così che si può parlare ugualmente di un fatto nuovo. Nel paese stesso, inoltre, come notano S e M., si viene formando una atmosfera non sfavorevole al fascismo: i moti di reazione spontanea al massimalismo socialista ~d agli scioperi sono abbastanza diffusi ed acquistano via via un rilievo politico (v. p. 127, p. 131, p. 133, p. ISO ecc.). Il fascismo poi prende · consistenza per l'appoggio di ceti prettamente econom1c1, non facenti parte in sostanza della vera e propria classe politica. Sotto questo aspetto è fondamentale l'analisi del << fa- .I scisma agrario », che S. e M. compiono riprendendo la trattazione molto pertinente del Bonomi ne La politica italiana dopo Vittorio Veneto. Nel dopoguerra in tutta la Valle Padana si hanno numerosi mutamenti nel ceto dei proprietari: i nuovi venuti pongono nel difendere i loro possessi « una combattività ignota ai loro predecessori » (p. 164; e v. pp. 159-166). Il movimento dei fasci acquista così subito un impulso ed una diffusione notevoli (significativa è ad es. l'osservazione, a p. 163, sul nuovo periodico di Grandi << cpe andò a ruba »); ma soprattutto riceve una caratterizzazione più precisa da cui non doveva liberarsi più .. Proprio simile origine, proprio il solidarizzare brutalmente con precisi interessi economici esclude infatti definitivamente, ad una seria riflessione storica, la pretesa identificazione tra la classe dirigente tradizionale o, peggio ancora, tra il liberalisn10 e il fascismo. Ci poterono essere c~n.:. fluenze pratiche e immediate, ma il loro significato storico è allora ben diverso. Nè questa considerazione può venir contraddetta obiettando che il fascismo ottenne aiuti ed appoggi da parte di vari ambienti industriali, cosa del resto ampiamente rilevata anche da S. e M. (v. pp. 127-128, p. 158, p. 174 ecc.). Il fascismo, sfruttando le debolezze generali e imponendosi con la violenza, giunge così al potere. Lo studio delle sue origini, specie se compiuto con la ampiezza che si riscontra nell'opera di S. e . M., indica a sufficienza la sua natura ed il posto che occupa nella storia d'Italia . Invano però si cercherebbe nell'opera una valutazione complessiva: l'impostazione «politica», già analizzata, impone una volta di più dei limiti cui gli autori si attengono. In questo modo una relativa incertezza permane e non viene eliminata nemmeno dalla parte restante del libro, che è la più estesa, ma ha subito modifiche di gran lunga minori rispetto alla prima edizione. La domanda: che fu il fascismo, che cosa rappresentò nella storia del paese? - non trova una risposta esplicita e conclusiva; nè riesce a sostituirla l'analisi concreta e documentatissima di tutta la politica del « regime». L'esposizione si fa, se possibile, più limpida; il senso critico è sempre sorvegliatissimo; lo scrupolo della verità non vie- [121] Bibloteca Gino Bianco
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