Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

giudizio di S. e M. su di lui, senza esser negativo, non è scevro di gravi riserve. La pretesa di risolvere le difficoltà con '. . . un 1mpostaz1one strettamente economica - il famoso << produrre di più e consumare di meno» - appare assurda (v. p. 108, pp. 111-112, p. 123 ecc.) e si potrebbe aggiungere che tale programma risulta viziato da molte ambiguità, perchè favorisce troppo e indiscriminatamente le industrie private quali erano uscite .dalla guerra, e perchè compromette non poco un programma di vero rinnovamento politico (indicativo per questo è il di- .scorso di Nitti contro la politica di Giolitti del marzo '22: lo si veda in V. Nitti -- L'opera di Nitti - Gobetti ed. 1924, pp. 255-257). Anche il legittimo desiderio di Nitti di chiudere la polemica fra interventisti e neutralisti non trova modo di realizzarsi politicamente, e si risolve in un invito astratto o in un semplice .richiamo alla soddisfazione per la vittoria ottenuta (p. 92, p. 111). Neppure la .tendenza revisionista in politica estera porta a buoni risultati; nè durante il periodo di governo, nè poi. Sul piano in- .terno si conclude anzi in una collusione .con i nazionalisti contro Sforza e Giolitti; connubio << illogico » certo, << fino ad apparire mostruoso>>, osservano S. e M. (p. 175); ma nemmeno casuale, se si pensa a tutte le incertezze di valutazione sul significato della guerra europea da cui ' Nitti mai si liberò, come mostrano bene le sue opere, sia l'Europa senza pace, del '21, ·che La decadenza dell'Europa, del ~22. La figura di Nitti appare ~ndubbiamente nuova per l'ambiente politico it~- . Jiano; ma la sua competenza economica, raspirazione sincera a soluzioni moderne, r intelligenza sin troppo versatile non dànno frutti tangibili e si perdono, per così dire, nella realtà. L'impressione principale che invece dà Giolitti è quella di una volontà politica convinta dei suoi scopi e capace di fissare i limiti necessari. Sulla validità del suo programma di governo S. e M. insistono (v. p. 141); ed esso, in verità, appare organico e sorretto da alcune idee fondamentali: ripristino dell'autorità del Parlamento con la fine dei decreti-legge, le inchieste, la modifica dell'art. 5 dello statuto; ristabilimento economico, basato su una politica fiscale severa verso i profittatori di gue1ra e le classi abbienti e sulla introduzione della nominatività dei titoli; risanamento del bilancio, con l'implicita condizione dell'abbandono del prezzo politico del pane; politica estera di pace e di accordi con i popoli vicini, con la pronta sistemazione delle questioni lasciate aperte dalla conferenza di Versailles. La novità maggiore dell'opera di S. e M. non sta tanto, però, in questo giudizio positivo, quanto nel mostrare la coerenza di Giolitti nella sua successiva azione politica, che è il punto oggi più contestato. L'atteggiamento da lui tenuto durante l'occupazione delle fabbriche è così ricondotto ad una ispirazione filooperaia mai abbandonata (v. pp. 148.. 150); anche il suo invito ai socialisti a partecipare al governo viene opportunamente ricordato (p. 140) a questo scopo. La stessa decisione di indire nuove elezioni risulta motivata principalmente dalla preoccupante situazione parlamentare e dalla coalizione insidiosa delle opposi- [119] Bibloteca Gino Bianco

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