Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

-sione nel campo della politica estera, che -si sviluppò allora, ne offre un altro esempio cospicuo: essa riguardò non solo gli :scopi immediati, ma mise in forse la tra- ,dizionale concezione delle relazioni diplomatiche (si pensi a Bissolati, ai libri <li Nitti, a Sforza; e per contro ai nazionalisti). L'idea d'una responsabilità << turopea >>della politica estera dei singoli stati, idea che andava bene al di là della tradizionale concezione dell'equilibrio, cominciò ad affermarsi allora. Il bisogno d'una valutazione etico-politica si fa qui più che mai evidente; e ad esso non può rispondere invece la lucida ricostruzione degli avvenimenti fatta da S. e M. Lo stesso difetto si può riscontrare, molto attenuato, per la storia economica: vi sono delle esposizioni d'insieme, accurate e con una straordinaria capacità di sintesi (v. pp. 35-42; pp. 118-120; pp. 157-159 ecc.); vi è anche un'analisi, ma solo parziale, dell'azione delle diverse forze economiche; il collegamento con la vita civile e politica non è però tenuto sempre presente. Anche la figura di Mussolini risente forse in qualche misura di questa impostazione: vi è una ricostruzione efficace della sua azione politica sin dagli inizi (pp. 42-58); ma la descrizione delle sue successive evoluzioni sembra ancora un poco esteriore; la facilità di mutamento che gli viene attribuita resta ec- .cessiva. L'indifferenza rispetto alle varie <<concezioni », la spregiudicatezza nei <<metodi>> era forse più un'illusione di Mussolini, poi inconsciamente ripresa da storici e biografi, che un'effettiva realtà. (v. p. 53, dove si trova anche una contrapposizione poco persuasiva fra le concezioni e i metodi di Mussolini, con l'idea che questi contino assai di più). Egli subì, più di quel che non si creda, i suoi tempi; ne fu parte integrante; e fu fedele a certe costanti, le peggiori, che l 'ep<?ca gli offriva; costanti che spiegano poi la sua stessa evoluzione. Anche S. e M. si avvicinano talvolta ad una valutazione di questo genere; in alcuni punti, tutti i dati biografici appaiono anzi risolti in una concezione generale, che ignora il senso della libertà e presuppone l'arbitrio ( Y. spec. p. 228, p. 258). L'esposizione successiva degli . avven11nenti, sino all'instaurarsi del fascismo, si appoggia a questo quadro iniziale, che si è cercato di richiamare e valutare nelle linee principali, e può procedere in tal modo sicura e circostanziata. Nei limiti ìndicati, che, è opportuno sottolinearlo, erano pressochè inevitabili allo stato attuale degli studi, essa rappresenta la trattazione migliore e più attendibile che si abbia del periodo; e costituisce un punto di riferimento obbligato per ogni indagine ulteriore. L'ampiezza della ricerca permette, in particolare, un giudizio più equo sull'opera dei vari governi, che viene finalmente collegata con la situazione dell'intero paese. In questa prospettiva, la figura che acquista maggior rilievo e significato resta quella di Giolitti: il discorso di Dronero appare l'unico programma politico, organico e dotato di una reale spinta innovatrice, che venisse presentato allora (v. pp. 106-107). Al confronto, l'opera di Nitti si rivela priva di mordente e di vera sensibilità politica: il [118] BiblotecaGino Bianco

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