indice più significativo, quello della produzione industriale - si è parlato negli ultimi anni del miracolo italiano, come prima si era parlato del miracolo tedesco. Il guaio è che questo discorso del miracolo lo facciamo anche da noi e serve a coprire quello che con tanta fatica s'era cominciato a scoprire. Lo sviluppo economico induce, infatti, molti a dimenticare che la gravità e complessità dei nostri -problemi, particolarmente nel Mezzogiorno, è tale da richiedere uno sforzo supplementare, guidato e continuo, per rafforzare le debolissime strutture civili del paese e per avviare ad I umana ed equilibrata soluzione problemi che lo spontaneo sviluppo econo- ~ f mico non solo non può risolvere, ma pt1Òtalvolta notevolmente aggravare. Il generale sviluppo economico del ·paese - per quanto assurdo questo possa sem·brare - minaccia così di togliere vento alla vela della appena avviata politica meridionalistica, di ridurre lo sforzo per superare i difetti e le strozzature della struttura s.ociale ed economica, di attenuare la risvegliata sensibilità dei meridionali in fatto di politica economica, ren- . dendo più debole la risonanza dei vecchi attualissimi temi del meridionali- : smo liberista. La politica meridionalista potreb1 be, cioè, aver la sorte toccata , di recente al Piano Vanoni, al quale è bastata la constatazione del raggiun- . to incremento del reddito nazionale per rimandare ad altri tempi l'implicito impegno di un rinnovamento sostanziale della ·politica economica e generale del paese. Il fatto è che, nei poco più che dieci anni dei quali discorriamo, dal 1945 ad .oggi, dei temi più im-portanti di una politica meridionalista troppo poco ci si è ,preoccupati, presi come eravamo tutti dall'attivismo delle lotte e degli interventi immediati. È forse proprio per questo che, anche lungo la linea dello sviluppo economico, si sta chiudendo un ciclo e occorre guardare con occhio diverso. Dicevo all'inizio che guardando indietro, mi sento insieme confortato e sconfortato. Proprio così. Il M~zzogiorno non ha mai tanto camminato quanto in questi anni, non ha mai avuto, quanto ora, uomini e grup}1i che vedono chia~amente le sue necessità, ma una sicura linea di sviluppo, una elaborata politica da continuare non c'è ancora. Sotto un solo aspetto si può essere interamente confortati da quel che è avvenuto nel Mezzogiorno in questo dopoguerra. La conoscenza obiettiva della sua realtà e dei suoi problemi si è tanto allargata e approfondita, che [10] Bibloteca Gino Bianco
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