Nord e Sud - anno V - n. 41 - aprile 1958

r primi padri - Anassimandro, Eraclito - ai quali soltanto l'Essere si sarebbe disvelato, per poi rinchiudersi in una sfingea impenetrabilità durata decine di secoli. Oggi l'Essere rivelerebbe di nuovo il suo volto ai filosofi dell'Esistenza e ai loro ispiratori. V'è solo da osservare che le stesse rivendicazioni alla esclusiva, inedita e concreta visione della realtà provengono du coté del neopositivismo. E acconce citazioni di Wittgenstein si allineano agevolmente a fianco di quelle di Husserl, di Heidegger. Il comune denominatore di filosofie pur parecchio lon- - tane fra loro, come il neopositivismo e l'esistenzialismo, consiste così << nel ritenere insufliciente qualsiasi sistemazione tradizionale della p·roblematica filosofia e conseguetemente nel credere il problema più importante della soluzione, la domanda più valida della risposta » (p. 19). È molto facile obiettare: << Ogni filosofo., in quanto veramente tale, la fa finita con la tradizione ». Ma la metafisica della crisi nasce << dall'idea che nel pensiero contemporaneo sia in gioco qualche cosa che prima non era in gioco, la persona ». Ora, se la valorizzazione di questa realtà era l'assunto specifico della fiiosofia dell'Esistenza, non pare proprio che essa possa dirsi paga dei risultati raggiunti. Con una minuziosa analisi del pensiero di Heidegger, forse il maggiore tra i << filosofi della crisi », il F ranchini mostra appunto con1e questa filosofia, nata per rivendicare quel dato che è la persona, abbia finito per vuotare, non la persona soltanto, ma la realtà tutta dì ogni possibile significato. E se pure siamo passati, con l'ultin10 Heidegger, dall'uomo « sentinella del Nulla > all'uomo « Pastore dell'Essere », l'ineffabilità mistica di tale vagheggiata esperienza non muta di molto i risultati del discorso esistenziale. La nuova divinità che si ten• tava di porre sugli altari ha celebrato il suo trionfo dissolvendosi. Nemesi? F ranchini non esita nella condanna: << Perciò la Metafisica è in fondo una bestemmia nel senso che promuove indebitamente il relativo (il 'destino', il 'significato dell'Essere')... nel vivere davvero in una concreta opera di bellezza o di verità o di utilità o di moralità non mi accorgo di vivere ... La Metafisica comincia quan• do considero la vita nella sua astrattezza e mi domando perchè vivo, in generale, cercando vanamente di sottrarmi alla pre• cisa situazione storica in cui mi trovo e che devo risolvere» (p. 36). Né, d'altr::i pa_rte, è questo il solo aspetto della metafisica aporia del pensatore tedesco. L' antistorico rifiuto di buona parte del pensiero occidentale è l'equivalente della po• iemica << su taciuti presupposti reazionari contro l'idea di progresso, il che spiega abbastanza chiaramente il suo non rinnegato atteggiamento politico ». E si vuol dire, i suoi trascorsi affetti vi verso il regime hitleriano. Che era una verità da ricordare, giacché troppo spesso, ci pare, i profeti italici del verbo hei-Reggeriano se ne dimenticano; essi che della profonda unità della vita e del pensiero, det1' assoluto rilievo dato alle viçende bio-- grafìche, rese pregne di esoterici signi-- ficati, fanno l'argomento principe nella lotta contro la storiografia << idealistica ». Analoga è la parabola del neopositivismo. Anch'esso nasce con un impegno [112] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==