del 1950, alla sua crisi l'involuzione politica del Mezzogiorno negli ultimi • anni. . L'incontro tra il movimento contadino e il Partito comunista è stato immediato e naturale: quello, ignaro delle sue forze e dei suoi obiettivi reali, aveva bisogno di qualcuno che desse voce e unità al pr.oprio indistinto e disarticolato moto di protesta, questo di una massa in agitazione da usare come strumento di pressione e di conquista. Dal fatale incontr.o il movimento contadino ha tratto così insieme la sua iniziale forza di rottura, la sua sostanziale inconsistenza e la condanna a un rapido declino .. ·Nato dalla accumulata esplosività della_ miseria nelle cam·pagne e dalla ascesa sociale di larghi strati contadini poteva acquistare consistenza e stabilità solo se avesse, con una costruttiva e ·battagliera politica riformistica, interpretato le esigenze concrete di quella ascesa sociale. Logorato' invece, dalla ·protesta indiscriminata e dalle agitazioni senza obiettivi raggiungibili~ ha lasciato dopo più di dieci anni il Mezzogiorno senza l'embrione di una moderna organizzazione contadina, senza un sindacato o una cooperativa funzionante, senza una prospettiva e una politica di sinistra. \ / La politica d'intervento dello Stato nella sua triplice espressione della riforma agraria, della Cassa del Mezzogiorno e della politica di indu-- strializzazione, ha obiettivamente rappresentato il più serio sforzo dello Stato, dall'Unità ad oggi, nell'affrontare i problemi del Mezzogiorno .. Nata sotto la pressione e come una risposta al movimento contadino e co., munista, ha saputo nelle grandi linee valicare i limiti di questa ristretta origine, investendo con serietà alcuni dei più grossi problemi dell'arretratezza meridionale. Essa ha, tuttavia, conservato i caratteri e i difetti di una politica straordinaria e, per così dire, di emergenza; si è posta solo degli obiettivi specifici, isolati àrtificialmente dalla rimanente realtà e si è dimostrata così incapace di trasformare durevolmente l'ambiente economico e socialè circostante. Dopo la riforma e in gran parte in conseguenza del modo in cui questa è stata concepita e realizzata, ossia fuori del quadro di una moderna politica agraria, le zone povere e sovrappopolate del Mezzogiorno, nelle quali più doveroso era l'intervento dello Stato, sono rimaste, nella più gran parte, non solo dominate come prima' dall'assurdo sistema di rapp.orti · fondiari e di contratti agrari· ma prive di ogni assistenza tecnica e creditizia, senza scuole e assistenza sanitaria, preda ancora del debito e della [8] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==