Le indicazioni dell'elettorato settentrionale, ·che aveva votato nel '51, si potevano così riassumere: da un lato le Sinistre si erano rivelate ancora forti, dall'altro i monarchici e i fascisti riprendevano buona parte dei propri voti che il 18 aprile erano confluiti sulla D.C. Il relativo successo delle Sinistre risvegliò i timori degli ambienti cattolici; non solo la propaganda, ma la stessa tattica elettorale e la scelta delle alleanze rispecchia-· rono, nei turni del '52, questa preoccupazione; per cui, se sul piano propagandistico la Democrazia Cristiana, nel Sud, si attenne agli schemi <lel!'anticomunismo più intransigente, senza distinguere la propria posizione democratica da quellç delle destre reazionarie, adottando, per le alleanze, la tattica del « caso per caso >> arrivò spesso a confondersi nello schieramento di destra, perchè accettò in molti comuni di presentare liste uniche con i monarchici, e, in più di un caso, addirittura con i fascisti. Questa tattica, indubbiamente, presentava dei vantaggi, perchè consentiva al partito democristiano di formare, nelle situazioni più incerte, liste di blocco all'insegna dello Scudo crociato; ma se questo era un espediente efficace per strappare qualche comune alle Sinistre, ne risultava d'altro canto indebolita la linea politica riformatrice e democratica, l'impegno meridionalistico assunto dalla D.C. al governo. Il connubio fra democristiani e Destre nel Mezzogiorno, anche se limitato all'ambito amministrativo, favoriva le cosiddette << forze nazionali )), e ridava credito alle cli~ntele, agli elementi più retrivi, facilitado inoltre le manovre trasformistiche e i ricatti delle consorterie locali, scarsamente qualificate sul piano politico, ma sempre pronte ad approfittare di ogni situazione. Si aggiunga poi che le Sinistre ne risultavano avvantaggiate, perchè potevano denunciare di fronte all'elettorato popolare e ai ceti radicaleggianti l'ambiguità della politica democristiana. In Basilicata, dove la preparazione elettorale del partito di maggioranza venne curata personalmente dall' on. Colombo, anch' eglti candidato a Potenza per le « comunali )), furono seguite dappertutto le direttive della Segreteria nazionale della D.C.; il tentativo dei repubblicani e dei liberali di varare uno schieramento di centro, almeno nei comuni con popolazione -superiore a 10.000 abitanti, non potè quindi avere successo; va ricordato che anche il P.S.D.I., il q11alenella regione ha base prevalentemente clientelistica, riluttava ad un'alleanza generale di centro, perchè i [97] Bibloteca Gino Bianco J
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