Nord e Sud - anno V - n. 40 - marzo 1958

regime. La D.C. non può, alla lunga, ignorare questi contrasti sociali, che proprio nel Mezzogiorno impongono scelte politiche indilazionabili; e, a cominciare dal '49, sia .pure dopo molte esitazioni, il governo dà l'avvio agli interventi massicci nelle regioni ritenute << depresse >> e propone le prime leggi per la riforma agraria nelle zone dove più acuta si è manifestata la crisi sociale. Naturalmente alla formulazione programmatica .di -questo « nuovo corso>> della politica governativa resta quasi del tutto estraneo il gruppo dirigente democristiano meridionale; ma, tant'è, esso viene varato, ed il passaggio alla fase di attuazione, con tutte le conseguenze che esso comporta, impone una svolta anche alle organizzazioni meridionali del partito di maggioranza. In Basilicata i gruppi dirigenti democristiani, entro i quali si sono versate molte posizioni personali di notabili antichi e nuovi, non sono preparati ·ad interpretare neLl'azione locale questa esigenza di nuovo indirizzo politico e a fornire i quadri per la sua attuazione. È vero anzi il <:ontrario; per molti mesi il partito dà l'impressione di essersi sostituito alle ·vecchie clientele; la sua povertà di contenuto politico è evidente. Ma ,con l'assunzione dell'ano Colombo a sottosegretario all'Agricoltura comincia ad imporsi l'esigenza di un rinnovamento d~ quadri per un maggiore impegno sul piano sociale; riprende pertanto vigore una dialettica interna ·che riporta in primo piano e alla responsabilità della direzione <lel partito un gruppo di giovani, formatisi nelle file dell'Azione Cattolica, e che si mostrano più favorevoli alla nuova impostazione politica. Nel '49 diventa segretario della D.C. per la provincia di Potenza l'avv. Claudio Merenda, già dirigente diocesano dell'A.C. e molto vicino a ·Colombo; con· lui altri giovani elementi entrano nel Comitato provinciale ,e nella nuova organizzazione sindacale cattolica, sorta dopo la scissione òel '48. Questi elementi, nuovi all'attività politica, affermano di volersi impegnare per un'azione sociale in profondità e di respingere ogni tentazione antidemocratica e conservatrice. Ma, in una organizzazione la (:Ui base è sorda alle preoccupazioni ideologiche, questi giovani, che si richiamano alle posizioni dossettiane o della sinistra cattolica, non possono certamente determinare mutamenti radicali di indirizzo; il loro riformismo resta necessariamente superficiale e velleitario, riflesso di certi orientamen•ti politici generali che la maggioranza locale guarda con diffi- [90] Bibloteca Gino Bianco

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