so_prattutto di molto trasformismo: non di rado, chi non riesce eletto in una lista, la volta dopo si ripresenta in un'altra lista; altre volte, chi è eletto in una lista passa, in sede di consiglio, tra le file degli avversari; molti di questi <<passaggi>>avvengono tra punti estremi. C'è assoluta indifferenza e insensibilità per la caratterizzazione ideologica e politica; conta, invece, la privata amicizia o inimicizia, o magari la soddisfazione di potersi ~avoneggiare quali consiglieri dell'O.R.U.S. per le vie di Salerno e nei corridoi del Magistero; più in là non si vede, perchè l'ambiente non ha insegnato ~ loro a guardare più in là. Mancando un supporto adeguato, non ha avuto fortuna il tentativo di stampare un foglio studentesco: « Magistero Salernitano>>, il cui primo numero uscì nell'ottobre 1955, morì quasi subito, per scarsezza di fondi e per esuberanza di litigi. X. PRosPETTIVE PER IL FUTURO. Vi sono città alla cui vita culturale la presenza di una scuola universitaria poco aggiunge, o che almeno svolgerebbero egualmente la loro funzione di centri di cultura anche se fossero prive dell'università: sono i grandi centri urbani, ove potenti case editrici, diffusi e seri quotidiani, teatri stabili, grandi industrie dotate di doviziosi uffici-studi, circoli culturali di solida tradizione formano da sè un clima, e costituiscono altrettanti punti di raccolta di scrittori, giornalisti, artisti e studiosi di vario genere; sì che a tali città guardano la provincia circostante, la nazione e persino gli stranieri come a ce11tricreatori e diffusori di un determinato tipo di vita moderna, come ad altrettante « voci » di quel <<concerto » che esprime la civiltà di una nazione. Qui l'università, quando c'è, è solo uno dei molti fattori di cultura. Altrove, invece, l'università è tutto: se fosse tolta, la città che la ospita scomparirebbe, quanto a vita culturale, nel limbo dei centri di provincia, tutti uguali perchè tutti grigi. Ora, qual'è la situazione di Salerno? Qui non ancora industrie che raccolgano un gran numero di laureati e di tecnici, apportatori, insieme alla massa operaia organizzata, di una ventata d'aria moderna nei rapporti sociali, ed echeggiatori di voci nuove nel settore più strettamente culturale; non editori mecenati, che· consentano a scrittori e studiosi di vivere gravi-• [72] Bibloteca Gino Bianco
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