apprensioni che adesioni meditate; per la verità, il loro sforzo di collegare il rapporto scuola-industria al rapporto scuola-industrializzazione s'è risolto in una deludente rassegna di luoghi comuni. Il dibattito, ripetiamo, non ha sfruttato la dimensione « politica » implicita nelle relazioni. I rappresentanti delle industrie private e pubbliche non hanno portato contributi apprezzabili. Il dott. Bargoni (Unione lnd. di Torino) e il sindacalista Vecchi (CGIL) hanno pronunciato discorsi di circostanza. La scuola è un servizio pubblico, dunque va finanziata con denaro pubblico, ha detto a conclusione il primo: l'industria è in ogni caso disposta a finanziare la ricerca « commissionata », se le università saranno in grado di soddisfarla. Lo Stato ha una sua industria, ha ribattuto il secondo, e da questa può esigere una diversa politica di collaborazione con la sua scuola. Tutto qui. Generici e come impauriti (il fatto di dover trattare direttamente con la Confindustria li spaventa?) gli interventi dei dirigenti universitari cattolici. Due sole voci di dissenso sull'andamento del convegno, quella del presidente dell'UGI, Mombelli, unico contributo goliardico, e quella dell'expresidente laico dell'UNURI, Ungari. Ma non sono riuscite a influenzare le conclusioni •del dibattito: alla fine, il convegno non ha scelto tra le posizioni emerse, forse per non scontentare qualcuno. Le mozioni, tecnico-rivendicative, e contenenti proposte affrettatamente formulate, sono state accettate dalla Giunta che si riserva un successivo « vaglio politico ». Convinti che questo convegno non lascierà una traccia indelebile, ringraziamo gli organizzatori per aver iniziato ·un cammino che dovrà proseguire, anche se s'è aperto con un'occasione perduta. La vigilia elettorale non s'addice in genere a convegni di studio. MARIO UNNIA La bonifica eolica in Sardegna È noto che la Sardegna è in balia dei v~nti. Il suo versante occidentale e la pianura del Campidano devono fare i conti col maestrale, la cui corsa impet~osa raggiunge alcune volte addirittura la velocità di cento chilometri, e la cui azione lascia traccia duratura, visibile a occhio nudo, negli alberi, piegati generalmente verso SE; .e nelle loro foglie che, esposte al lato di NO, s'inaridiscono ma non cadono. I fiumi d'aria mossisi dal Mediterraneo oécidentale si rovesciano sulle coste, trovano il loro letto per oltre cento chilometri nella pianura del Campidano e lungo la vallata dell'Iglesiente per circa sessanta chilometri: si formano cosi due correnti, fino a mille-millecinque- [39] Bibloteca Gino Bianco
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