Nord e Sud - anno V - n. 40 - marzo 1958

assai più arretrata, più cc tecnica » che « politica », e, precisamente, assai meno attuale e scottante. I relatori, Enriques, Capocaccia, Giordani e Colonnetti, sono restati di preferenza nell'ambito della scuola e della sua articolazione, e hanno colto solo per sfumature il rapporto politico con l'industria e con la vita pubblica, nell'Italia di oggi. Il contrasto d'opinioni s'è smorzato in confronto di valutazioni soggettive. Il prof. Colo11netti ha difeso l'autonomia della università, con una sorta di appello morale ai suoi 11:omini migliori. L'ir1g. Enriques ha riaffermato l'esigenza di una formazione « interfacoltà » (tecnico-economico-giuridica) dei nuovi quadri dirigenti industriali, in polemica con l'esasperata specializzazione auspicata in Italia e altrove. Afferma~ione coerentemente neo-capitalistica, la sua, che si completava col richiamo alle prospettive per le nostre università di un non lontano confronto europeo. D'accordo; benvenuto il MEC, se ci obbligherà a chiudere gli istituti « marginali » e spingerà i responsabili a « convertire » quanto c'è di salvabile nelle zone depresse della cultura e della struttura universitaria. Purtroppo, il convegno è stato sordo a questi accenni. Ancora più lontana dalla questione di fondo la pur pregiata relazione del prof. Capocaccia (limitata nel tema: « Analisi della struttura attuale della Fa-- coltà di Ingegneria » ); ricordiamo la sua proposta di sdoppiamento dei corsi di insegnamento in materie fondamentali, generali, e specializzate, applicate, con una maggiore aderenza di queste ultime alle specifiche esigenze dell'economia e della produzione dell'ambiente regionale in cui vive ed opera l'università. Il prof. Giordani (relazione:· « Esigenze della Ricerca scientifica ») ha battuto una cc terza via » tra le tesi dell'esclusiva statale nella direzione e nel finanziamento universitari e dell'ampio ricorso al finanziamento e alla direzione privati degli istituti superiori. I quattro differenti tipi nei quali si concreta la ricerca, pura, applicata, sintetica (in cui è indicato non solo il fine, ma anche un metodo generale e particolare di lavoro) e imposta da certi servizi che lo Stato deve rendere alla collettività, consiglierebbero di affidare la prima al CNR, la seconda e la terza agli istituti universitari, messi dallo Stato in condizion·e di efficenza e di concorrenza qualitativa rispetto alle richieste dell'industria. Anche per il quarto tipo di ricerca si potrebbe avere una sorta di « collaborazione su ordinazione » delle università con i lVIinisteri. Un progetto, cioè, di riforma graduale, con ampi richiami alla esperienza americana, le cui tappe iniziali sarebbero il concentramento degli sforzi sugli istituti più efficenti e il rafforzamento di almeno una università per regione a livello europeo. Le ripercussioni di questa proposta (e di ·quella dell'ing. Enriques) nell'area universitaria meridionale hanno strappato ai delegati del sud più làmentele è [38] Bibloteca Gino Bianco

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