Nord e Sud - anno V - n. 40 - marzo 1958

scorso in prospettiva non deve essere lecito anche per la libertà « borghese>>? Che l'ipoteca sul futuro debba appartenere senz'altro ad una sola convinzione è proprio di ogni sentire fideistico. Ma è possibile che gli intellettuali socialisti, che pure hanno una qualche tradizione cui richiamarsi che non sia quella degli evangelì marxisti, non si sono accorti che l' elemento fideistico, in Italia, è stato alla radice del conformismo e del dogma- , tismo, dando alle coscienze degli intellettuali quell'appagamento e quella tranquillità che mai avrebbero ottenuto se avessero dovuto ripensare criti- .camente le loro posizioni? Gli intellettuali socialisti, nella loro ansia di rinnovamento, hanno percorso una strada che non li ha condotti molto discosto dal punto di partenza. Hanno finito, anzi, col ribadire proprio quel punto della loro concezione che più degli altri può rivelarsi nocivo in un tempo che si vorrebbe - di rinnovata lena critica. V'è uno strano timore di usare alcune parole. Ma, se pur d'integralismo si parla oggi in una ben individuata direzione, non vediamo perchè non debbano essere definite integraliste le rinnovate dichiarazioni di coloro i quali affermano che la cultura o sarà marxista o 110nsarà. Non ci tocca l'enfasi dell'affermazione. Chi, però, vede nel portatore di una opinione diversa dalla propria non un contraddittore ma un nemico, nelle tesi avverse non materia da discutere ma falsità da « demi-- stificare », ha già rinunciato alla condizione fo11damentale della ricerca scientifica: il suo rimarrà sforzo vano, e poco significherà continuar~o in solitudine o attraverso più ampie collaborazioni. Poichè la stessa « conricerca >>d, i cui tanto si ama parlare come dello strumento che farà cadere le barriere tra popolo ed intellettuali e sottrarrà questi al loro destino di « classe speciale>>,dovrà manifestarsi con umiltà e rigore, se non vorrà essere divugazione o populismo: a parte il fatto che essa rappresenta, al più, un punto di arrivo e non certo una situazione di fatto, così che agli intellettuali rimane pur sempre il compito di non impiegare 11 tempo tra l'oggi e il domani soltanto in un dibattito sugli strumenti. Uno spoglio dell'annata 1957 delle riviste socialiste e di quelle che son solite accogliere contributi di socialisti testimonia dell'assoluta preminenza della discussione centrata intorno ai problemi che, latamente, potrebbero definirsi di organizzazione. Questo interesse è certamente legittimo se si pone mente al fatto che il PSI è alla ricerca di una propria strada, che, se (26] Bibloteca Gino Bianco

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